AlmaLaurea: crescono i contratti a tempo indeterminato tra i laureati

AlmaLaurea: crescono i contratti a tempo indeterminato tra i laureati© Getty Images

Il nuovo Rapporto AlmaLaurea sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati italiani è stato presentato ieri nell’aula magna dell’Università degli Studi di Trieste, nell’ambito del convegno Laureati e dimensioni internazionali: dall’università al mercato del lavoro, organizzato con il Ministero dell’Università e della Ricerca e con il patrocinio della Crui – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane.

La condizione occupazionale dei neo-laureati

Le forme di lavoro più diffuse, tra i laureati occupati a un anno dal titolo, sono i contratti a tempo indeterminato (34,9% tra gli occupati di primo livello e 26,5% tra quelli di secondo livello), i contratti a tempo determinato (30,0% e 25,1%, rispettivamente) e i contratti formativi (17,5% e 25,0%, rispettivamente). Svolge invece un’attività in proprio il 10,1% degli occupati di primo livello e l’8,4% degli occupati di secondo livello.

Il confronto con le rilevazioni degli anni precedenti evidenzia, per entrambi i collettivi presi in esame, l’aumento dei contratti a tempo indeterminato (rispetto alla rilevazione del 2022, +3% per i laureati di primo livello e +3,3% per quelli di secondo livello) e la contrazione dei contratti formativi, soprattutto tra i laureati di secondo livello (-2,7%; -0,6% tra quelli di primo livello). I contratti a tempo determinato, invece, risultano in calo tra i laureati di primo livello (-1,1%) e stabili tra quelli di secondo livello. Sostanzialmente stabili, sia tra i laureati di primo livello sia tra quelli di secondo livello, le attività in proprio.

AlmaLaurea: crescono i contratti a tempo indeterminato tra i laureati

Cinque anni dopo la laurea

A cinque anni dal conseguimento del titolo, la quota di chi è assunto con un contratto a tempo indeterminato supera la metà degli occupati e raggiunge addirittura il 72,7% tra i laureati di primo livello e il 52,6% tra quelli di secondo livello. È assunto con un contratto a tempo determinato l’8,8% dei laureati di primo livello e il 13,9% di quelli di secondo livello, mentre i contratti formativi coinvolgono rispettivamente il 4,1% e il 9% degli occupati. Le attività in proprio riguardano invece l’8,9% degli occupati di primo livello e ben il 17,3% di quelli di secondo livello.

Rispetto alla rilevazione del 2022 si registra un aumento sia dei contratti a tempo indeterminato, soprattutto per i laureati di primo livello (+4,5%; +1,5% per quelli di secondo livello), sia delle attività in proprio (+1% e +0,6%, rispettivamente). I contratti a tempo determinato, invece, registrano una contrazione (-4,3 punti percentuali per i laureati di primo livello e -2,7% per quelli di secondo livello); per i contratti formativi, infine, si osserva una sostanziale stabilità tra i laureati di primo livello e un aumento (+1,2 punti percentuali) per quelli di secondo livello.

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