Il governo Renzi si prepara a chiudere un’era: quella dell’articolo 18, una delle tutele più forte dello Statuto dei lavoratori nato nel 1970. Ma solo per i nuovi assunti.
Chi infatti ha già un contratto a tempo indeterminato in un’azienda con più di 15 dipendenti. conserva le tutele. Cambia molto invece per i giovani: non ci sarà più l’obbligo di reintegro in caso di licenziamento ingiustificato, ma solo un indennizzo economico.
Sarà un percorso lungo e composto da numerosi decreti attuativi che non si concluderà prima dell’inizio del 2015. Anche se già oggi, ricorda Repubblica, sui 4.200 procedimenti istruiti nel 2013, la metà si è conclusa con una transazione. In tremila casi, invece, le aziende hanno avuto ragione lasciando gli (ex) lavoratori a bocca asciutta.
Al di là del totem dell’articolo 18, il b vuole riformare profondamente il mondo del lavoro sul modello nordeuropeo. Come l’Agenzia federale dell’impiego istituita nel 2005 e che ha quasi dimezzato i disoccupati: prende in carico i senza lavoro, li riqualifica e trova loro un altro posto. Nascerà dunque un’Agenzia nazionale per l’impiego che si occuperà anche dell’erogazione del sussidio unico di disoccupazione: sarà universale, proporzionato all’ultima retribuzione e all’anzianità.
C’è però anche l’altra faccia della medaglia: il disoccupato sarà obbligato ad accettare il primo impiego possibile, pena la perdita dei fondi. Certo, non basteranno i 14 mila dipendenti dei centri sparsi per l’Italia: in Germania nel settore sono impegnati 90 mila persone, in Francia 40 mila, in Gran Bretagna 60 mila.
Resta la cig – ma solo dopo aver tentato la via dei contratti di solidarietà – addio invece alla cassa integrazione in caso di chiusura dell’attività. Nel 2016 sparirà invece la cig in deroga (legge Fornero) e dal 2017 l’indennità di mobilità.
Resta da capire chi pagherà: attualmente a finanziare il sistema sono le industrie col prelievo dell’1,31% del monte salari, mentre artigiani e commercianti contribuiscono con meno dell’1%. Si riuscirà ad aumentare queste soglie?
Infine, verrà introdotta anche da noi la possibilità delle ferie “solidali”, cioè l’opportunità di cedere i propri giorni liberi al genitore di un figlio che richiede assistenza.
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