Bankitalia: i lavoratori stranieri influenzano positivamente l’occupazione

Secondo il report la presenza dei lavoratori stranieri ha rappresentato un contributo significativo all'occupazione nazionale, sostenendo l'espansione del mercato del lavoro

Con il suo report sull'occupazione Bankitalia fa focus sull'importanza dei lavoratori stranieri© Shutterstock

Resta un argomento complesso e interessante da analizzare quello dell’occupazione in Italia. Gli ultimi dati rilevano che nel 2023 si è registrato un incremento complessivo dell’1,8%, ma attenzione: uno degli argomenti più interessanti è quello relativo all’impatto dei lavoratori stranieri.

A restituire un quadro dettagliato è l’Indagine sull’Economia delle Regioni, prodotta dalla Banca d’Italia. Il rapporto parte con una panoramica complessiva dell’occupazione nel Paese, mostrando che la crescita più pronunciata si registra nel Mezzogiorno (+2,5%) rispetto alle altre aree: 1,2% nel Centro, 1,5% nel Nord Ovest e 2,0% nel Nord Est.

Un aspetto rilevante per comprendere queste percentuali è proprio il ruolo dei lavoratori stranieri. Il numero di occupati nati all’estero è aumentato in tutte le regioni, tranne nel Nord Est. In generale, negli ultimi quindici anni, la presenza dei lavoratori stranieri ha rappresentato un contributo significativo all’occupazione nazionale, sostenendo l’espansione del mercato del lavoro.

Dal 2007 al 2023, in particolare, il contributo della manodopera straniera è stato cruciale per la crescita occupazionale, in un contesto in cui la popolazione nativa ha registrato un calo. La distinzione fra lavoratori “nativi” (nati in Italia) e “stranieri” (nati all’estero) rivela infatti un quadro in cui, se da un lato la popolazione nativa ha contribuito negativamente alla variazione occupazionale – con una decrescita quasi ovunque, meno marcata al Centro – il contributo dei lavoratori stranieri è risultato positivo, per altro più Centro Nord che al Sud e alle Isole.

L’analisi si sposta poi anche a livello europeo: sempre nel periodo intercorrente tra il 2007 e il 2023, l’occupazione ha registrato una crescita più sostenuta nei Paesi dell’Unione e nelle economie centro-settentrionali rispetto ai Paesi meridionali, come Spagna e Italia. In Italia, il contributo dei lavoratori nativi è stato limitato dalla riduzione della popolazione, superiore alla media europea, che ha penalizzato l’intera dinamica.

Al contrario, l’apporto della popolazione straniera è stato positivo, ed è attribuibile principalmente all’aumento della popolazione di origine estera, superiore alla media europea. Nonostante ciò, la quota di popolazione straniera in Italia (12,7% nel 2023) rimane inferiore rispetto a quella di altri Paesi europei come Germania (22,2%), Spagna (19,9%) e Paesi Bassi (16,3%).

Chiaramente, l’analisi di Bankitalia non si ferma qui: gli analisti hanno rilevato che l’aumento dell’occupazione è principalmente sostenuto dall’industria e dai servizi, in particolare nei settori del commercio, dei trasporti, delle telecomunicazioni e della ristorazione. Nel Sud e nelle Isole, inoltre, i servizi pubblici e i servizi finanziari hanno contribuito positivamente alla crescita dell’occupazione.

Anche il settore delle costruzioni ha mostrato un incremento significativo nel Centro e nel Mezzogiorno, mentre nel Nord Est è rimasto stabile e ha registrato una lieve flessione nel Nord Ovest. Infine, dal punto di vista della tipologia contrattuale, la crescita occupazionale si è concentrata soprattutto sui contratti a tempo indeterminato, anche grazie alla trasformazione di contratti a termine in contratti stabili, particolarmente al Centro e nel Mezzogiorno.

Il lavoro a tempo pieno ha trainato l’espansione dell’occupazione, mentre il lavoro part-time è aumentato solo nel Nord Est. Sul piano del genere, l’occupazione femminile ha visto un aumento più consistente rispetto a quella maschile in quasi tutte le macroaree, tranne al Centro. Inoltre, i dati mostrano una crescita dell’occupazione tra i giovani (15-34 anni) e i lavoratori più maturi (50 anni e oltre), mentre la fascia intermedia (35-49 anni) ha subito una riduzione al Centro Nord a causa della contrazione demografica.

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