I viaggi d’affari stanno riprendendo quota, dopo la crisi del Covid, ma, come in molti altri settori non si tornerà al pre-pandemia. Non è una questione di quantità, ma di qualità. L’intelligenza artificiale è destinata a rivoluzionare il mondo del business travel. Un cambiamento che coinvolgerà diversi attori, dalle aziende ai tour operator, dalle strutture ricettive alle compagnie aree passando per le società e le piattaforme che gestiranno i pagamenti.
Il futuro del business travel
Il Politecnico di Milano non ha dubbi: i viaggi d’affari del futuro saranno caratterizzati da due capisaldi: innovazione e sostenibilità. Soprattutto ora che i numeri stanno tornando a crescere. Stando ai dati dell’Osservatorio Travel dell’ateneo, nel 2023 è stato segnato un +16% rispetto allo scorso anno. Secondo i dati presentati, il turismo in Italia sta mostrando segni tangibili di una rapida ripresa dopo le sfide della pandemia. Nel corso del 2023, il comparto ricettivo ha registrato un notevole incremento, raggiungendo un valore di 36,6 miliardi di euro.
Le proiezioni per il 2024 indicano un’ulteriore crescita, con stime comprese tra i 37,2 e i 41,2 miliardi di euro. Questi dati rappresentano un completo recupero del divario rispetto al 2019. Le aziende stanno adottando misure per rendere i loro viaggi d’affari più sostenibili, selezionando fornitori attenti all’ambiente e incentivando pratiche di viaggio green. Ma c’è di più. La crescente digitalizzazione delle aziende avrà effetti concreti, che si vedranno ancora di più con l’adozione di strumenti e soluzioni innovative per ottimizzare i viaggi d’affari. Con l’intelligenza artificiale in primo piano.
I vantaggi dell’AI
Una ricerca di Sap Concur ha dimostrato come l’AI sarà il trend principe di questo processo. Automazione, analisi dei dati sostituiranno il lavoro che prima era affidato a interi team. Questo significa, nella più olistica e virtuosa delle ipotesi, maggior capitale umano a disposizione dell’azienda, di sicuro un potenziale, grande risparmio per il portafoglio. L’AI potrà prevedere il momento ideale per prenotare un viaggio di lavoro o la data migliore per pianificare una riunione di uno o più team, in modo da ridurre al minimo i costi di viaggio, assicurando che l’azienda utilizzi le risorse nel miglior modo possibile.
I rischi all’orizzonte
Molti vantaggi apparentemente, ma la ricerca mette anche in guardia sulla gestione delle risorse umane, con il particolare riferimento a non scontentare nessuno. Se negli anni passati la pandemia aveva rappresentato il principale freno ai viaggi business, ultimamente il viaggio d’affari sta diventando un privilegio e si tengono presenti sempre più anche le sue eventuali implicazioni in termini di policy aziendale. Il rischio è quello di creare un ambiente di lavoro poco virtuoso. Sempre secondo Sap, oltre il 60% ritiene che le trasferte lavorative siano un importante incentivo al business e vitali per coltivare le relazioni con i clienti e trovarne di nuovi. Un’esigenza che non conosce differenze di sesso, orientamento sessuale e data di nascita. Eppure, il 62% dei lavoratori si sente discriminato e dichiara di non aver sempre avuto le stesse opportunità di viaggio dei colleghi. Tra questi: il 31% dei viaggiatori d’affari Lgbtq+ ritiene di non avere le stesse opportunità di viaggio per via del proprio orientamento sessuale; il 29% dei viaggiatori d’affari della Gen Z ritiene di non avere le stesse opportunità a causa della propria età. Infine, il 23% delle lavoratrici ritiene di essere svantaggiata rispetto ai colleghi di sesso opposto.
Per evitare eccessivo malcontento, che, questo sì, potrebbe impattare sulle performance dell’azienda, le società dovranno pensare a iniziative aziendali più ampie, come il miglioramento della sostenibilità aziendale o delle politiche che riguardano diversità, equità e l’inclusione applicate ai programmi di viaggio aziendali, imponendo ai travel manager nuove responsabilità. Anche in questo caso, potrebbe venire in aiuto l’intelligenza artificiale.
Business travel sì o no? Risponderà l’AI
Secondo la Digital Company Traction, in futuro ci saranno applicazioni in grado di valutare quando vale davvero la pena di partire e quando il dipendente può rimanere a casa. Il Customer Lifetime Value sarà in grado di stimare le entrate che un cliente ha la possibilità di generare durante la durata della sua relazione commerciale. L’AI analizzerà i dati in possesso dell’azienda, inviando output al reparto marketing o a un sistema che li elaborerà automaticamente. Il cliente così riceverà comunicazioni in linea con i suoi desideri e le sue esigenze. In modo tale che, se si parte, almeno si sia certi di portare a casa il risultato.
Futuro dei viaggi d’affari significa anche futuro dei pagamenti. Lo sa bene Mastercard, che ha svolto una ricerca fra i decision maker del settore. L’interazione del lavoro in presenza con il lavoro ibrido/remoto aumenterà in modo significativo gli spostamenti nei prossimi dieci anni, anche se non si tratterà necessariamente di trasferte. Tagliare le trasferte, per gli intervistati, non è una soluzione. Il 50% pensa che una riduzione dei viaggi d’affari potrebbe portare a una contrazione del 10% delle entrate nei prossimi tre anni, oltre al turnover dei dipendenti nello stesso arco di tempo. Bisogna continuare a viaggiare, insomma, tenendo nel dovuto conto anche il monitoraggio della sostenibilità degli spostamenti. La vera necessità sono nuovi sistemi di pagamento, soprattutto se si considera che secondo il 30% del campione della ricerca, i dipendenti pagano le trasferte con la loro carta personale, creando criticità alla trasparenza della spesa. Il trend che prenderà più piede nel medio termine è quello delle carte virtuali. La priorità numero uno è quella di fornire carte virtuali mobili per gestire le esigenze di viaggio dei dipendenti. Potrebbe adottarle nel giro dei prossimi cinque anni il 48% delle aziende.
© Riproduzione riservata