Il rapporto diffuso dalla Cgil fotografa un quadro del mondo del lavoro a tinte fosche a fine anno: 118.310 persone hanno perso il posto di lavoro nel 2024 o comunque vedono la propria occupazione in discussione nei tavoli di crisi – in aumento – convocati al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Non solo, i dipendenti coinvolti in crisi industriali sono raddoppiati dai 58.026 del gennaio 2024 ai 105.974 di oggi.
Di fronte a questa situazione, le conclusioni cui giunge il sindacato guardano al 2025 con preoccupazioni crescenti, disegnando “uno scenario sconfortante”: la precarietà lavorativa potrebbe subire un incremento soprattutto a causa della crisi economica generale che prosegue.
Il “censimento” realizzato dalla Cgil segnala in particolare che tra chi ha perso il lavoro ci sono anche 12.336 addetti di piccole e medie aziende: queste situazioni non sono nemmeno entrate nel campo visivo delle istituzioni. Si registrano anche migliaia di lavoratori e lavoratrici di aziende, i cui tavoli hanno raggiunto solo il livello regionale. Queste tendenze colpiscono soprattutto l’automotive, la chimica di base, la moda, il mondo della carta e anche l’energia.
“Le numerose vertenze aperte nel 2024 parlano di una incapacità totale del pubblico di indirizzare le politiche industriali in settori strategici e rilevanti per il Paese”, si dichiara dalla Cgil Nazionale. “Il sistema delle imprese non è in grado, da solo, di competere e di rispondere alle sfide delle grandi transizioni, verde e digitale, che da potenziale volano per l’economia rischiano di trasformarsi in un’ulteriore occasione di impoverimento per il nostro sistema produttivo e industriale, con la conseguente crescita della precarietà lavorativa”.
Il quadro delle vertenze
La Cgil ha aggiornato la lista delle vertenze salienti degli ultimi giorni:
- Beko (settore metalmeccanico elettrodomestici) 4.400 addetti;
- Bellco (biomedicale) 500 addetti;
- Eni Versalis (chimica di base) 8 mila diretti più 24 mila dell’indotto;
- Coin e Conbipel (commercio) 2000 + 1400 addetti;
- Meta System (metalmeccanica, indotto auto) 700 addetti;
- Giano, Gruppo Fedrigoni (cartiera) 300 fra diretti e indotto.
A questi, si sottolinea dalla Cgil, si aggiungono i 494 licenziamenti di Almaviva (telecomunicazioni) al 31 dicembre.
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