Qual è la principale motivazione a cambiare azienda? Il più delle volte l’avere sopra di sé un capo impossibile, con cui non si riesce assolutamente a interagire, che ci rende la vita difficile e ci fa venire l’ansia la mattina prima ancora di entrare in ufficio. Ci sono diversi modi per gestire la situazione: per una somma algebrica di fattori, la più conveniente risulta sempre il provare migliorare il rapporto col capo difficile. Come? Roberto D’Incau, fondatore della società di consulenza Hr Lang&Partners, ha provato a stileare dieci consigli utili.
Cerca di capire se davvero hai a che fare con un boss pessimo o se invece sei troppo duro con lei/lui, magari perché sotto sotto avresti voluto essere al suo posto e l’azienda invece te l’ha messo sopra, deludendoti.
Mettiti nei panni del tuo boss, capendo il suo punto di vista: è davvero un cattivo capo, o è semplicemente molto sotto pressione per i risultati che deve portare, e non sente che i suoi riporti diretti lo supportano adeguatamente: a volte, specie se si è in azienda da tanto tempo, si tende a rimpiangere il capo precedente, a ricordarne solo i pregi e non i difetti, mentre si vedono solo i difetti dell’attuale;
Ok, il capo ti stressa, ma il tuo ruolo in azienda va avanti indipendentemente da lui: se il tuo output è ineccepibile, se non ti fai abbattere dal caratteraccio del boss, il leadership team dell’azienda comunque apprezzerà quello che fai, e questo rafforzerà il tuo peso specifico. A volte, i capi impossibili non durano tanto, tutto sta a resistere uno o due anni…;
Hai un capo che fa del micromanagement e che controlla la durata delle tue pause pranzo, ogni riga dei report che tu scrivi, come gestisci ogni singola voce del budget che ti è affidato? Hai ragione, hai un capo poco strategico e che non sa delegare, ma ti consiglio di fare buon viso a cattivo gioco, di rassicurarlo nella sua ansia di controllo assecondandolo perlomeno per il primo anno; vedrai che poi automaticamente si fiderà via via sempre di più, e le cose tra voi andranno meglio;
Metti dei paletti: bisogna fargli capire chiaramente, con cortesia ma anche con fermezza, che non si è disposti a subire la sua maleducazione o l’aggressività; ci sono persone che “prendono fuoco” facilmente, perché hanno una scarsa capacità di gestire emozioni e impulsi. Bisogna agire non nel momento del conflitto, ma il giorno dopo dicendogli “non ti sembra di avere esagerato ieri con la tua reazione”: questo fa riflettere, e fa capire che c’è un limite invalicabile, quello dell’educazione e del rispetto.
Assecondalo nelle sue manie: ogni capo ha le sue piccole manie, c’è chi ha l’ossessione delle scrivanie ordinate, chi della puntualità, chi del rispetto dell’orario della pausa pranzo, chi non ama lo smart work a causa della sua ansia di controllo. Assecondare il capo in questo, ad esempio evitando di arrivare sempre alle 930 se per lui è importante che tutti i collaboratori siano in ufficio già alle 9, significa, con un piccolo sforzo, venirgli incontro e rassicurarlo sul fatto che si condivide la sua filosofia lavorativa.
Capisci se sei di fronte a un capo dal carattere difficile o a una persona che necessita di cure psicologiche: nel secondo caso, soprattutto se si lavora in un grande gruppo, è bene parlare con l’HR e condividere il proprio punto di vista, per essere spostati in un altro gruppo di lavoro. Si potrebbe trattare di un capo con sindrome di burn out, oggi finalmente considerata come una vera e propria malattia professionale.
Evita accuratamente per il futuro, quando puoi scegliere, di andare a lavorare con un capo dal carattere impossibile: errare è umano, ma perseverare diabolico!
Lavora sulla tua assertività, spesso chi non riesce a tenere testa a un capo strong ha anche difficoltà a essere assertivo in altre situazioni, ad esempio in famiglia.
Cerca di trovare dei momenti di “lato bimbo” con lui, di condivisione emotiva, per esempio davanti a un aperitivo: magari è durissimo perché è a sua volta fortemente sotto pressione lavorativa o personale, e condividere la sua emotività può essere una buona chiave di accesso).