Diversity & Inclusion: è parte della strategia per 8 aziende su 10

Per il 60% delle imprese la D&I stimola migliori risultati, ma appena il 32% lo ritiene un aspetto critico per il business

Il 79% delle aziende, a livello internazionale, afferma che Diversità e Inclusione (D&I) sono parte integrante della strategia di business e 6 aziende su 10 concordano sul fatto che un’azienda inclusiva ha prestazioni migliori. Ma solo il 32% afferma si tratti di un aspetto critico per il business. È quanto emerge dalla recente indagine Viewpoint di Dnv – uno dei principali enti di terza parte a livello globale – che indica come un numero crescente di aziende stia iniziando a inserire D&I tra i propri obiettivi.Analizzando più a fondo i dati emerge che solo pochi dei soggetti intervistati sembrano mettere in atto azioni concrete in modo strutturato e che, meno di un’azienda su 3 ha definito una politica a livello aziendale. Circa la metà (51,9%) ha invece limitato la propria politica a un’iniziativa pilota o singola, il che indica una concentrazione su azioni specifiche piuttosto che su un approccio aziendale olistico.

Allo stesso tempo, vi è una crescente consapevolezza delle opportunità che la D&I comporta per il business, confermate da numerosi rapporti e studi recenti. Secondo McKinsey, per esempio, le organizzazioni con persone di diversa provenienza hanno il 36% di probabilità di ottenere risultati migliori; mentre, per le aziende che garantiscono diversità e inclusione anche di genere, la percentuale è del 25%. Continuando a scorrere la ricerca di Dnv, si scopre infatti che ben l’88% degli intervistati ritiene che un’azienda inclusiva sia anche un’azienda più performante. L’attenzione delle imprese sembra concentrarsi sul miglioramento della cultura, del recruiting e della reputazione aziendale. Solo il 29% ritiene che l’aumento dell’innovazione sia il principale vantaggio di un’implementazione strutturata. Un numero ancora più esiguo guarda alle nuove opportunità di business (28%).

Le aziende dovrebbero cercare di sfruttare i vantaggi di business che la D&I può generare. Ma, come rivela l’indagine ViewPoint, la maggior parte delle aziende è appena agli inizi e poche sembrano avere un approccio strutturato. Tra tutti gli intervistati, il 41,8% ha incluso principi e obiettivi nelle politiche aziendali, ma solo il 36,8% ha definito doveri di rendicontazione e responsabilità. Ancora meno sono quelli che misurano l’impatto delle azioni (20%). “Chiaramente è necessario fare un passo avanti se si vogliono cogliere i benefici per il business. È essenziale che la D&I diventi il fulcro del modo in cui l’azienda opera. L’applicazione di un approccio strutturato per implementare, misurare e scalare le azioni rende tangibili i benefici per il business e Norme come la ISO 30415, costituiscono una guida eccellente. Le modalità che consentono di progredire nella D&I, assicurandosi che contribuisca alla performance del business, non sono molto diverse da quelle con le quali si integrano e si affrontano aspetti come la gestione della qualità o dell’ambiente”, commenta Barbara Frencia, Ceo di Business Assurance in Dnv.

Lo standard ISO 30415 “Gestione delle risorse umane – Diversità e inclusione” è una norma relativamente nuova, pubblicata nel maggio 2021. Lo standard fornisce un quadro di riferimento che ogni organizzazione può adottare per integrare la D&I nei propri processi. In particolare, mette in evidenza l’intero ciclo di vita dei dipendenti e il modo in cui ogni elemento può essere esaminato alla luce della D&I. Ciò vale sia per i processi interni, sia per i partner esterni lungo la supply chain. La norma non si limita ad affrontare diversità e inclusione da un punto di vista personale, ma fornisce un quadro di riferimento che copre tutti gli aspetti importanti nell’ambito di un contesto organizzativo.

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