Ecco perché il 60% dei top manager è pronto a cambiare azienda

Insoddisfazione professionale, retribuzioni stagnanti e benefit poco flessibili spingono i dirigenti italiani a guardarsi intorno. I risultati dell’ultima indagine di Page Executive

Ecco perché il 60% dei top manager è pronto a cambiare azienda© Shutterstock

Un manager su due è pronto a cambiare l’azienda per cui lavora. In Italia, il dato è ancora più alto: secondo l’indagine di Page Executive, il 60% dei dirigenti intende lasciare l’attuale posto di lavoro entro cinque anni. Le cause? Un mix di insoddisfazione professionale (82%), retribuzioni non all’altezza (67%) e ricerca di un miglior equilibrio vita-lavoro.

Il cuore del malcontento è economico. Nonostante il 92,3% dei dirigenti percepisca una componente variabile dello stipendio, solo il 39,7% ha visto un aumento del bonus rispetto all’anno precedente. E meno di un terzo (32,9%) si aspetta miglioramenti nei prossimi mesi. Percentuali che collocano l’Italia sotto la media europea e globale.

Un altro tallone d’Achille è la scarsità di benefit flessibili. Solo il 6,2% dei dirigenti italiani gode di pacchetti flessibili, contro il 14% europeo e il 20% mondiale. Un limite che impatta sul livello di soddisfazione generale: sebbene il 47,3% sia comunque soddisfatto, il 33,9% resta insoddisfatto — più della media europea. Oltre alla retribuzione, i dirigenti iniziano a dare più peso al benessere personale. Il 37,4% vuole dedicarsi di più alla salute e alla qualità della vita, e molti mettono in pratica buone abitudini: sport (66,7%), tempo con la famiglia (66,5%) e alimentazione equilibrata (45,4%).

“Le aziende hanno sempre maggiori difficoltà a trattenere i top manager, che cercano non solo una crescita economica, ma anche un migliore work-life balance”, osserva Maximilian Redolfi, Managing Partner di Page Executive. Per restare competitivi, i manager scommettono sulle soft skill: intelligenza emotiva (40,7%), problem solving e pensiero strategico sono considerate le chiavi per guidare team e aziende nel lungo termine. E la flessibilità resta un asset decisivo. “I dirigenti che lavorano da remoto due giorni alla settimana sono più soddisfatti del 15% rispetto a chi è sempre in ufficio”, conclude Redolfi, sottolineando l’importanza anche di riconoscimento e prospettive di crescita.

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