Samsung annuncia i risultati di Hybrid Living Futures, una ricerca paneuropea sviluppata in collaborazione con The Future Laboratory. Scatta una fotografia su come i cittadini europei si siano adattati a uno stile di vita sempre più ibrido e sull’impatto di questa nuova modalità di vita sul futuro delle abitazioni e dei luoghi di lavoro.Lo studio, che ha coinvolto oltre 14 mila persone in tutta Europa, inclusa l’Italia, rivela che i modelli convenzionali di vita personale e lavorativa sono ormai superati. Emerge, infatti, una forza lavoro più agile, spinta dal desiderio di turni più flessibili, giornate lavorative più brevi e orari concentrati. Esperti in flessibilità, i lavoratori sfruttano tutti i momenti a loro disposizione. L’86% dei soggetti che hanno adottato uno stile di vita ibrido non desidera più il modello lavorativo tradizionale basato sugli orari. Percentuale in linea anche in Italia (83%), con un 17% che invece vorrebbe tornare all’orario tradizionale 9-18. La percentuale di coloro che preferiscono attenersi agli orari tradizionali crolla al minimo in Germania (7%), Svezia (11%) e Polonia (12%).
“Man mano che la flessibilità entra nelle nostre vite e i confini con il ‘presenteismoì si fanno sfocati e non ben definiti, le persone cercano una guida per trovare il giusto equilibrio tra produttività e benessere in un momento in cui lo stile di vita ibrido fa emergere una serie di sfide”, afferma Meik Wiking, fondatore e Ceo di The Happiness Institute.
Per far fronte alle pressioni esercitate dalla cultura dell’always on, circa tre lavoratori europei su cinque (57%) sono ancora alla ricerca di un modo per stabilire un confine tra la propria vita personale e quella professionale; questo dato sale a tre quarti (74%) se si considerano i lavoratori spagnoli e scende invece a poco più di due su cinque (46%) nel Regno Unito. In linea la percentuale italiana, che si attesta al 56% del totale.
La tecnologia smart sta cercando di colmare questo divario e creare connessioni laddove non ce n’erano. La ricerca dimostra che le nuove tecnologie hanno aiutato il 65% dei lavoratori in Europa ad adattarsi alle nuove routine, percentuale che sale al 72% in Italia, mentre più della metà (51% in Europa vs. 53% in Italia) ha dichiarato di ricorrere alla tecnologia per stabilire nuovi confini e riprendere il controllo sulla propria vita. Tuttavia, nonostante questi sforzi, l’83% dei lavoratori europei (84% in Italia) è ancora alla ricerca di una tecnologia più efficace e di maggiore supporto da parte del datore di lavoro per la gestione di questa nuova modalità di vita e lavoro.
Il rapporto rivela inoltre l’importanza delle nostre abitazioni nel percorso di adattamento allo stile di vita ibrido e nel rispetto dei confini. L’80% degli Italiani (vs. 66% degli Europei) ha apportato migliorie all’interno delle proprie abitazioni, o le stanno pianificando, per agevolare lo stile di vita ibrido; il 42% (vs. 48% degli europei) ha addirittura creato nuovi spazi in casa per adattarla a uno stile di vita più ibrido e infine il 44% (vs. 41% degli Europei) ha deciso di traslocare, scegliendo un immobile più adeguato alle esigenze di questo nuovo stile di vita.