Reid Hoffman, il fondatore di LinkedIn, è un punto di riferimento dell’era digitale: aveva previsto l’ascesa dei social media nel 1997, l’avvento della sharing economy oltre a immaginare gli effetti dell’Intelligenza Artificiale molto prima che fossero realtà. Ecco perché vale la pena prendere in esame la sue visioni sul futuro del lavoro. A raccogliere l’imprenditore statunitense Neal Taparia sul suo profilo X.
Innanzitutto, Reid Hoffman ha confermato una tendenza già in atto: l’identità digitale individuale diventerà il “bene più prezioso”, al punto che il proprio portfolio online sarà il nuovo curriculum vitae. Sarà sempre più importante sviluppare un brand e una reputazione online tali da potersi distinguere nell’oceano virtuale.
Forget resumes. Your online portfolio will be your new CV.
Companies will hire based on proven work, not degrees or job titles.
But here’s what most people are missing:
It’s not just about showcasing your work… pic.twitter.com/eMh4jglXnW
— Neal Taparia (@nealtaparia) July 24, 2024
Riguardo all’Intelligenza Artificiale, secondo Hoffman, non bisogna tanto preoccuparsi dei lavori che potrebbero risentire del suo avvento, quanto considerare i benefici che porterà. Se ben utilizzata, potrà migliorare l’efficienza di alcune professioni e farà nascere anche nuove figure come gli “Etici dell’AI”, che dovranno guidare le scelte delle nuove tecnologie.
“Non si tratta di competere con l’intelligenza artificiale, ma di diventare un superuomo potenziato dall’AI nel proprio campo” è il consiglio del fondatore di LinkedIn, che prevede una crescita notevole dei freelance, dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti rispetto ai tradizionali dipendenti fissi, anche se nei prossimi anni il mercato delle risorse umane sarà probabilmente molto dinamico, quasi liquido.
© Riproduzione riservata