Italia regina del lavoro. Sì, ma atipico

L'unica classifica in cui l'Italia supera la media Ue è quella dei lavoratori impiegati fuori dall'orario canonico. E a pagare sono soprattutto i giovani

L’Italia è la regina del lavoro. Sì, ma di quello atipico. Non è solo il segno dei tempi a raccontarci che ormai il canonico orario di lavoro di otto ore per cinque giorni alla settimana è solo un lontano ricordo. Il nostro Paese supera addirittura la media Ue – caso più unico che raro – di lavoratori impiegati “fuori orario”. In Italia chi lavora in orari insoliti è il 41,8% del totale, contro il 38,5% del dato europeo.

Ad accompagnare la Penisola in questa classifica sono Grecia e Spagna, colpite come noi dalla crisi, ma questa non è una discriminante, come raccontano i dati estrapolati da Linkiesta. Sopra la media ci sono anche Paesi che volano come Paesi Bassi, Svizzera e Austria e altri in difficoltà come Romania, Croazia, Macedonia. Abitudini e tradizioni sono molto cambiate – pensate solo all’apertura dei supermercati la domenica – e questo si riflette anche sui lavoratori impegnati nel fine settimana. Anche qui siamo fuori range: 32,7% contro una media europea del 26,6%, al quarto posto dietro concorrenti come Macedonia a Turchia.

GIOVANI COINVOLTI. Andando a studiare la fasce di età, si scopre che dal 2004 i lavoratori del sabato sono soprattutto 15-24enni. Se in Europa sono diminuiti dell’1%, da noi il dato è aumentato addirittura del 5,8%. Va peggio agli autonomi. I possessori di partita Iva che non staccano nemmeno il sabato segnano +7,8% contro il -4,6% dell’Ue. Stesso discorso per i lavoratori notturni, calati nel Continente ma cresciuti in Italia come in Germania. Anche qui, però, il nostro Paese stacca il dato tedesco.

Resta sempre aggiornato con il nuovo canale Whatsapp di Business People
© Riproduzione riservata