«Oggi è il giorno atteso da anni. Il #JobsAct rottama i cococo vari e scrosta le rendite di posizione dei soliti noti #lavoltabuona». Arriva via Twitter l’annuncio di Matteo Renzi sul via libera ai decreti attuativi sul lavoro.
Dopo tanta attesa e polemiche, diventeranno così realtà il contratto a tutele crescenti e le altre riforme del lavoro. A partire da quella degli ammortizzatori sociali. I prossimi passi saranno concorrenza e liberalizzazioni, mentre viene rimandato il discorso sulla riforma del fisco.
TUTELE CRESCENTI. La novità più importante è proprio quella sul discusso contratto a tempo indeterminato con la possibilità di licenziamento attraverso un indennizzo economico.
Dopo varie modifiche, la disciplina del reintegro sarà possibile solo in caso di licenziamento discriminatorio o disciplinare (nel caso in cui venga dichiarato insussistente da un giudice.
ADDIO GIUNGLA CONTRATTUALE. Il “rottamatore” stavolta semplificherà anche le tipologie contrattuali. Addio ai co.co.co. e ai co.co. pro.
Sparisce anche il contratto di associazione in partecipazione, utilizzato soprattutto nel commercio.
AMMORTIZZATORI SOCIALI. Nascono due nuovi istituti nel campo degli ammortizzatori sociali. Il primo è la Dis-Coll, cioè l’indennità di disoccupazione per i collaboratori che hanno almeno 3 mesi di versamenti contributi (durata massima sei mesi).
L’altra è la Naspi, al via però da maggio. Più potente della precedente Aspi, avrà durata pari alla metà dei periodi contributi degli ultimi 4 anni (quindi fino a 24 mesi).
Oggi è il giorno atteso da anni. Il #JobsAct rottama i cococo cocopro vari e scrosta le rendite di posizione dei soliti noti #lavoltabuona
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 20 Febbraio 2015
SINDACATI IN CAMPO. «Sul tema del lavoro il Governo va nella direzione sbagliata», è il commento di Susanna Camusso (Cgil). «L’unico risultato sarà quello di aver liberalizzato i licenziamenti, di aver deciso che il rapporto di lavoro invece di essere stabilizzato sia frutto di una monetizzazione crescente».
«Credo che oggi si confermeranno quelle scelte sbagliate che rendono possibili e più facili i licenziamenti e che non cancellano la precarietà», replica Landini (Fiom). «Non siamo in presenza dell’estensione degli ammortizzatori sociali quindi delle tutele universali per tutti, siamo in presenza di una riforma che non migliora le condizioni di chi ha bisogno di lavorare».
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