Lavoratori stressati e poco coinvolti: solo il 23% è soddisfatto

Il 62% dei dipendenti a livello globale non si sente coinvolto né motivato e, secondo il report di Gallup, cercherebbe anche nuovi impieghi

Lavoratori stressati, stanchi e poco coinvolti: cosa dice il report di Gallup© Shutterstock

Lavoratori stressati, stanchi, insoddisfatti: è tutt’altro che positiva la panoramica restituita dal report 2024 di Gallup. La società di consulenza statunitense ha svolto una meta-analisi globale, selezionando oltre 183 mila aziende in 90 Paesi del mondo e, a eccezione di alcune piccole variazioni positive, lascia intendere quanto muoversi nel mondo del lavoro sia sempre più difficile e per certi versi logorante.

Il report, intitolato State of the Global Workplace, parte dalla rilevazione di un dato in particolare: il coinvolgimento dei dipendenti all’interno delle aziende. La percentuale di persone coinvolte, ovvero di coloro che si sentono effettivamente entusiaste, attivamente partecipi e affini ai principi delle realtà per cui lavorano si ferma al 23%. Non si registrano miglioramenti rispetto agli anni precedenti, cosa che denota la mancanza di iniziative per migliorare il benessere degli utenti.

Il 62% dei dipendenti a livello globale dunque manca di coinvolgimento e, secondo il report di Gallup, all’interno di quest’ampia percentuale, si distinguono persone che pur presentandosi al lavoro fanno il minimo indispensabile o (15%) si mostrano svogliati e disimpegnati. Non è tutto qui: per via dello stress e della mancanza di stimoli, i dipendenti non coinvolti non solo non stringono rapporti tra loro, ma cercano attivamente nuovi impieghi che possano cambiare le cose.

Al centro di questo atteggiamento c’è la sensazione di essere solo un numero e di svolgere le proprie mansioni meccanicamente, senza alcuna emozione. Il basso livello di engagement contraddistingue in particolare il panorama professionale italiano, con solo l’8% dei dipendenti in grado di affermare di essere felice e coinvolto sul posto di lavoro.

Il 20% dei dipendenti su scala globale riferisce di sentirsi solo ogni giorno, con percentuali più elevate tra i giovani sotto i 35 anni (22%) e tra i dipendenti completamente in remoto (25%) rispetto a quelli che lavorano in sede (16%). Anche in Italia le cose non vanno granché bene: il 46% degli intervistati del nostro Paese ha infatti sostenuto di sentirsi stressato per buona parte della giornata di lavoro e il 25% ha anche dichiarato di sentirsi triste o amareggiato.

Generalmente, i dipendenti “accusano” i manager di non essere in grado di guidare il team, ma al contempo, il report di Gallup mostra che proprio chi ha posizioni di rilievo tende a soffrire di più. Privi di direttive e di linee guida, i dirigenti esprimo una frustrazione che a loro volta trasmettono ai dipendenti, influenzando il 70% della variazione nell’engagement del gruppo di lavoro.

Ciò porta, consequenzialmente, a una mancanza di fiducia nella leadership delle aziende, che interessa quasi un terzo degli intervistati. Non va meglio sul fronte della percezione delle opportunità di crescita: solo il 32% dei dipendenti ritiene che la propria azienda dia buone possibilità di ascesa e solo nel 26% dei casi ci si sente motivati o adeguatamente riconosciuti quando si fanno degli sforzi sul lavoro.

Quali sono le conclusioni del report di Gallup? Semplice (a dirsi, meno a farsi): per migliorare la situazione le aziende dovrebbero avviare programmi regolari sia di formazione che di riconoscimento, dovrebbero promuovere attività per migliorare l’engagement e potenziare le prestazioni, ma dovrebbero anche trovare delle soluzioni che rendano più felici i dipendenti dando loro maggiore spazio e maggiore tempo libero.

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