La tecnologia chiama e i lavoratori italiani rispondono. In un mondo del lavoro che si sta trasformando sempre di più sotto la spinta della modernizzazione e della digitalizzazione, dipendenti, liberi professionisti e dirigenti non possono certo rimanere fermi. L’Italia sembra averlo capito meglio di tutti. Secondo lo studio “Il Lavoro alla Prova del Futuro: Velocizzare l’Acquisizione di Competenze per Stare al Passo con i Cambiamenti”, realizzato in nove Paesi da Adecco Group in collaborazione con Boston Consulting Group (BCG), infatti, l’52% degli italiani ha già acquisito competenze digitali, contro una media globale del 39%. Non solo: il 53% degli intervistati italiani si ritiene responsabile in prima persona dell’acquisizione di nuove competenze, a fronte di una media generale del 62%.
Ma non mancano gli ostacoli. Quali? Essenzialmente la difficoltà ad accedere a percorsi di reskilling e upskilling: per il 23% dei nostri connazionali la principale barriera all’aggiornamento delle proprie competenze è costituita dalla mancanza di programmi di formazione. Negli altri Paesi, questa percentuale scende all’11%. Non solo, secondo il 64% degli italiani dovrebbero essere i datori di lavoro a organizzarli (la media globale è del 59%) . “Con l’evoluzione sempre più rapida del mercato del lavoro nasce l’esigenza di aggiornare costantemente le competenze professionali, migliorando così non solo la competitività degli individui, ma anche quella delle aziende. In Italia abbiamo già raggiunto un buon livello di competenze digitali, fondamentali per garantirsi l’occupabilità nel prossimo futuro, ma la strada da percorrere è ancora lunga. È fondamentale diffondere la cultura di una formazione continua, sia a livello aziendale che personale: questo è il cambio di paradigma che vogliamo portare nei prossimi anni al mercato del lavoro italiano” ha commentato Andrea Malacrida, Country Manager di The Adecco Group Italia.
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