Lavoro, in crescita lo stress per i manager

Incertezza sull’occupazione, poco personale, orari meno flessibili e tecnologia obsoleta: ecco alcuni dei nemici del benessere dei professionisti

È la routine sul posto di lavoro una delle principali fonti di stress per gli italiani. A rilevarlo è una ricerca condotta da Regus su un campione globale di 22 mila manager e professionisti in oltre 100 Paesi. Accanto alle preoccupazioni sull’instabilità della propria occupazione e l’insicurezza del futuro, infatti, negli ultimi cinque anni la routine è diventata una delle principali cause di forte stress.

LE FONTI DI STRESS PER GLI ITALIANI. Più di metà degli intervistati (il 53%) ritiene che il livello di stress sia aumentato sensibilmente rispetto a cinque anni fa. Per il campione italiano, le principali fonti di ansia sono: instabilità del posto di lavoro (30% vs 15% della media globale), tecnologie obsolete e inaffidabili (30%), carenza di personale e collaboratori (27%) a cui si aggiunge la poca flessibilità degli orari e dei luoghi di lavoro (15%). Curiosamente, invece, a livello globale la prima causa di stress è la mancanza di esercizio fisico e movimento (21%), fattore che invece gli italiani hanno collocato al quarto posto (26%).

LA SOLUZIONE. Per alleviare la tensione la soluzione ideale è puntare sulla flessibilità: interrompendo saltuariamente la presenza negli uffici principali e lavorare da remoto con orari elastici. Per tre quarti del campione (74% media globale, 73% il dato italiano) cambiare qualche volta ambiente di lavoro sarebbe un piccolo sollievo, mentre il 61% degli italiani (59% media globale) pensa che chi ha la possibilità di lavorare con flessibilità abbia più equilibrio tra vita privata e professionale. A confermare questa opinione vi sarebbero le esperienze di chi è impiegato part-time: il 61% (58% a livello globale) si dichiara soddisfatto e meno stressato come anche il 43% (55% globale) dei professionisti autonomi e freelance.

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