A fare la differenza sul lavoro è il senso di comunità: sapere di essere circondati da colleghi e superiori con cui non si fa soltanto squadra, ma si condividono esperienze fa svolgere meglio i propri compiti, dà un senso alle giornate più lunghe e difficili e riesce in qualche modo a rendere anche più leggeri i compiti più gravosi. E no, non si tratta di una convinzione naive, ma di un fatto vero e proprio, documentato dalla nuova edizione del Randstad Workmonitor.
Randstad, multinazionale olandese leader nel settore delle risorse umane con oltre 4.800 filiali in 39 Paesi, pubblica ogni anno la sua indagine, che raccoglie e analizza i dati relativi ai cambiamenti del mondo del lavoro, con particolare attenzione alle necessità e alle tendenze dei lavoratori. Quest’anno sono stati raccolti dati in 35 Paesi ed è stato fatto focus proprio sul senso di collettività e sulla fiducia tra i dipendenti, attraverso le interviste a 26.800 persone a livello globale, 750 in Italia.
Come abbiamo già accennato, nella nuova edizione del Workmonitor, l’attenzione è rivolta soprattutto al concetto di senso di comunità sul luogo di lavoro. Indagare tutti gli aspetti relativi a questo concetto ha permesso di rivelare un fenomeno che non riguarda solo l’Italia ma è ormai diffuso in tutto il mondo. Eppure, è proprio nel nostro Paese che emerge con maggiore forza l’importanza di costruire una comunità professionale coesa.
L’89% degli intervistati italiani ha infatti dichiarato che la presenza di un senso di collettività aumenta la propria produttività, mentre l’87% degli stessi ritiene che il posto di lavoro debba essere un ambiente di tipo comunitario. E non si tratta solo di un beneficio per la performance lavorativa: per l’89% dei lavoratori italiani, avere un buon rapporto con i colleghi è anche fondamentale per il benessere mentale, un aspetto che nel nostro Paese viene sempre più considerato un valore cruciale.
Ma cosa significa concretamente “fare comunità” sul lavoro? Significa che le persone non solo si scambiano informazioni e svolgono compiti in modo cooperativo, ma creano legami significativi, capaci di incidere positivamente anche sulla sfera personale. Le relazioni tra colleghi vanno oltre l’ambito lavorativo e si traducono spesso in amicizie che portano valore anche fuori dall’ufficio.
È una questione di fiducia reciproca, di supporto nei momenti di difficoltà, di condivisione di esperienze comuni che rafforzano il senso di appartenenza e la motivazione a dare il meglio. L’84% degli italiani, infatti, crede che le relazioni interpersonali si formino meglio in presenza, piuttosto che da remoto, e un altro 79% ritiene che la produttività aumenti quando si lavora insieme in ufficio.
Inoltre, il senso di comunità in azienda non è solo una questione di interazioni quotidiane tra colleghi, ma è anche determinato dalla cultura promossa dall’organizzazione e dalla leadership. I dati raccolti da Randstad mostrano come il rapporto con i superiori sia altrettanto importante: il 64% dei lavoratori italiani afferma di avere una relazione solida con il proprio manager, e il 68% si sente più legato al proprio responsabile che all’azienda stessa. La fiducia nel manager si riflette anche sulla produttività, con il 77% degli intervistati che si sente sostenuto nella gestione delle proprie attività, anche quando lavora in modalità smart working.
Questo senso di comunità gioca un ruolo fondamentale anche nella gestione dello stress. Lo stress sul lavoro è un fenomeno sempre più diffuso, ma la presenza di colleghi con cui condividere le difficoltà quotidiane, ma anche momenti più leggeri, può fare davvero la differenza. Secondo i dati, il 76% dei lavoratori italiani ha stretto amicizie con i colleghi, e questo tipo di legami è fondamentale per alleviare la pressione.
Appare dunque chiaro che il benessere dei dipendenti non può più essere visto solo come un aspetto separato dalla performance aziendale: l’importanza di un ambiente lavorativo che promuova un forte senso di comunità, caratterizzato da relazioni genuine, fiducia reciproca e supporto, non è solo una necessità sociale, ma una strategia vincente per migliorare produttività e ridurre lo stress, contribuendo al successo a lungo termine sia dei lavoratori che delle aziende.
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