Il mondo del lavoro si evolve, si modifica, si adatta ai tempi che cambiano. E ad adattarsi devono essere anche i professionisti che, per tenere il passo, necessitano di aggiornare le proprie competenze, portandole al livello successivo. Ecco perché investire nella formazione è sempre più prioritario, come si evidenzia nell’indagine People at Work 202 di Adp.
Lo studio condotto annualmente dalla società tra i leader globali nel settore dell’Human Capital Management, ha un preciso obiettivo: fornire ai datori di lavoro gli strumenti necessari per affrontare le sfide e capitalizzare le opportunità in un mondo del lavoro in rapida evoluzione.
Basato su dati provenienti da quasi 38 mila lavoratori in 34 mercati su sei continenti, People at Work offre un campione solido e rappresentativo della forza lavoro globale: gli intervistati provengono da una vasta gamma di settori, con diversi livelli di istruzione, ambienti di lavoro sia in presenza che da remoto, oltre che competenze e ruoli differenti.
Quest’anno lo studio ha approfondito un argomento in particolare: il potenziale inespresso dei lavoratori. Lo sviluppo delle competenze è il primo focus, anche se la ricerca fornisce una panoramica completa del sentiment dei professionisti: come si sentono, cosa pensano, cosa si aspettano i loro manager.
Tornando alle competenze, solo un quarto della forza lavoro globale (24%) è sicuro di possedere quelle necessarie per avanzare al livello successivo nel prossimo futuro e solo il 17% dei lavoratori concorda pienamente sul fatto che il proprio datore di lavoro stia investendo nelle competenze necessarie per il proprio avanzamento professionale.
Cifre che in Italia si riducono: solo il 14% dei lavoratori italiani ha fiducia nelle proprie competenze, mentre appena il 10% confida nel datore di lavoro per la propria crescita professionale. Il quadro ritratto da Adp, in sostanza, parla chiaro: è sempre più necessaria la creazione di programmi di formazione completi, che aiutino a garantire che i dipendenti siano preparati per il mondo del lavoro di domani.
Il compito di fornirli spetta ai datori, che devono impegnarsi nella creazione e nel mantenimento di squadre che tengano il passo con l’ambiente di lavoro dinamico di oggi. Un impegno che, sempre stando alla ricerca, viene premiato: infatti, i lavoratori che ritengono che il loro datore di lavoro stia fornendo la formazione di cui hanno bisogno sono quasi 6 volte più propensi a consigliare la loro azienda ad altri professionisti, 3,3 volte più inclini a descriversi come altamente produttivi e due volte più portati ad affermare di non avere intenzione di lasciare la propria azienda rispetto ai lavoratori che possiedono le competenze ma non hanno opportunità di formazione sul posto di lavoro.
I lavoratori che eseguono compiti ripetitivi simili ogni giorno, in particolare, hanno invece una visione molto negativa: solo il 9% degli uomini e il 7% delle donne esprimono soddisfazione riguardo le opportunità di upskilling. Lo studio evidenzia anche quanto siano essenziali le reali opportunità di un avanzamento di carriera: quando è stato chiesto ai professionisti di tutto il mondo quali fossero i motivi principali per non cambiare datore di lavoro, l’opportunità di avanzamento di carriera è risultata essere seconda solo alla flessibilità degli orari.
«La nostra ricerca dimostra come una forza lavoro qualificata è più leale verso il proprio datore di lavoro – ha dichiarato Nela Richardson, economista capo di Adp – oltre che più produttiva. Se le aziende vogliono trarre vantaggio dagli enormi progressi tecnologici in corso, dovrebbero investire nelle competenze e nell’avanzamento professionale dei loro dipendenti».
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