L’AI è una risorsa preziosa in molti campi, ma mette a rischio diverse professioni che nei prossimi anni potrebbero scomparire. Si tratta di lavori tradizionali che hanno bisogno del fattore umano, lo stesso di cui l’intelligenza artificiale può fare a meno (tranne che in fase di progettazione e addestramento delle macchine e dei software).
Un rapporto del World Economic Forum ha rivelato che entro il 2030 ci sarà una riduzione del 41% del personale in molte aziende a favore di un’implementazione tecnologica veloce, intuitiva e autonoma. La risposta forse sta nel rimanere al passo con i tempi cercando di sfruttare l’AI a proprio beneficio.
Se da un lato determinate tipologie di lavoro sono destinate a sparire, provocando licenziamenti di massa; dall’altro aumenta la domanda di professionisti competenti e specializzati in intelligenza artificiale. Ecco allora che la riqualificazione può essere l’alternativa alla disoccupazione.
Le categorie di lavoratori destinate a scomparire
Tra le categoria maggiormente a rischio sono i grafici, gli impiegati postali e quelli amministrativi. La creazione di piattaforme online e di servizi digitali che si servono di applicazioni e algoritmi per gestire la pianificazione e la contabilità renderà obsoleti determinati ruoli sinora ricoperti dalle persone. Anche chi si occupa di design e grafica è a rischio licenziamento. Ormai esistono tantissimi tool che fanno questo tipo di lavoro con una semplice descrizione testuale come input. I tempi e i costi si riducono obbligando gli imprenditori a fare valutazioni in termini di costi-benefici.
Si tratta di uno scenario preoccupante che, però, apre le porte a nuove prospettive interessanti se si è in grado di coglierle rimanendo aggiornati sull’avanzamento delle nuove tecnologie. Se la perdita di alcune professioni porterà a un licenziamento di massa nei prossimi sei anni, l’intelligenza artificiale sta creando e creerà ancora nuovi posti di lavoro.
Il World Economic Forum ha prospettato un futuro di programmatori di software, tecnici di sicurezza informatica e analisti di dati. E i prossimi investimenti aziendali devono guardare in questa direzione se si vuole rimanere competitivi. L’unica strada è sfruttare la velocità, il basso costo e la riduzione del margine di errore dell’AI a proprio vantaggio.
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