Questa intervista ad Amedeo Giustini, Ceo Prg Retail Group, è parte di Manager: è più importante la passione o la competenza?
Dal mio punto di vista la passione non può che nascere in un secondo momento, mentre la competenza è fondamentale. E, oserei dire, prima ancora della competenza serve perseveranza, non solo nel perseguire un obiettivo di carriera, ma nella vita in generale. Basandomi sulla mia esperienza, credo che proprio la capacità di applicarmi con metodo a un progetto sia stato l’elemento che mi ha permesso di alimentare la curiosità e accrescere le mie conoscenze, che alla fine hanno generato anche una grande passione per il settore in cui lavoro ormai da tanti anni.
Sfiora l’utopia l’idea che, perseguendo una passione, si possa trovare la felicità attraverso lo sviluppo di una professionalità interessante in un settore specifico. Di recente ho parlato proprio di questo argomento con l’a.d. di un’importante azienda nostra fornitrice, e lui mi ha raccontato di aver sempre avuto, fin dalla giovane età, l’idea di voler ricoprire questo ruolo. Tendeva a contrapporre alla mia teoria del “lavoro applicato e finalizzato”, l’idea di un grande progetto che nobilitasse il proprio agire e, quindi, il proprio percorso. Anche in questo caso, però, non si può parlare propriamente solo di passione, quanto di ambizione. Di volontà di veder riconosciute le proprie capacità di leadership.
Io non avrei mai pensato, in gioventù, che avrei ricoperto il ruolo di Ceo. Ho iniziato come venditore e mi sono reso conto di avere una certa sensibilità nell’interazione con le altre persone. Per questo ho iniziato ad applicarmi con metodo e perseveranza per migliorarmi giorno dopo giorno. Questa dedizione mi ha portato a raggiungere importanti obiettivi professionali, perché in fondo quello che faccio adesso è proprio un lavoro di relazione.
Bisogna perseverare e avere fiducia, perché se ci si impegna con costanza alla fine i riconoscimenti arrivano. Dopodiché, c’è una componente di occasionalità che può, in alcune circostanze, aiutare ad accelerare la propria carriera, ma è l’applicazione che permette davvero di farsi notare in azienda. Perché puoi essere il più grande storyteller di te stesso, ma se hai delle debolezze a livello di competenza prima o poi verranno fuori. Meglio proseguire lungo il proprio percorso evolutivo, da cui poi nasce anche la passione per l’azienda, per il prodotto che tratti, per la tecnologia che c’è dietro. Ma si tratta di un sentimento personale, soggettivo, emotivo, non di una leva che può alimentare un percorso professionale fin dall’inizio.
Aggiungo che sicuramente le scelte lavorative dovrebbero in qualche modo essere coerenti con il percorso formativo fatto, però, dopo quasi 40 anni di esperienza, posso affermare che l’importante, finiti gli studi, è iniziare a interagire con il mondo professionale e capire che qualsiasi sia il contesto, se ti applichi, puoi portare a casa esperienze e contenuti in grado di farti crescere. L’attesa dell’opportunità della vita, specie in assenza di bisogni di sostentamento, non giova alla realizzazione del futuro professionale. È sempre dalla cultura del fare, che nascono i risultati migliori.
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