Prima erano le troppe ore passate in ufficio, ora quelle trascorse rinchiusi in casa davanti al computer. Si invertono le cause ma il risultato non cambia: il lavoro resta una delle principali fonti di stress. Un italiano su due ne è vittima almeno una volta la settimana, dice una ricerca di ADP, multinazionale leader nell’ambito della gestione delle risorse umane, mentre tra manager e impiegati la situazione diventa più grave: uno su quattro dichiara di sentirsi esaurito praticamente ogni giorno. Lo stress lavorativo può causare depressione, attacchi di panico, inquietudine e insonnia e i motivi sono sempre gli stessi: la competizione e l’ansia da prestazione, l’eccessiva mole di lavoro e il senso di frustrazione, una retribuzione inadeguata, troppi sacrifici non premiati. E il Covid non ha certo allentato la pressione mentale e fisica che pesa sui lavoratori intenti a far ripartire il Paese. Come affrontare il problema e con quali strumenti, per non arrivare al punto di rottura? Lo abbiamo chiesto a cinque esperti.
Nell’articolo i punti di vista di:
- Massimiliano Cardani – Partner Youvolution Srl SB, Master Certified Coach ICF
- Sebastiano Zanolli – Manager, autore, advisor
- Fabrizio Didonna – Psicologo e psicoterapeuta, presidente di The Mindful Space – Mindfullness at work
- Laura Quintarelli – Partner Fedro Training & Coaching
- Roberto D’Incau – Founder & Ceo Lang&Partners Younique Human Solutions