Duemilacinquecento esuberi. È questo il prezzo che dovrebbe pagare Alitalia per l’accordo con Etihad, vitale per il futuro della compagnia aerea italiana. La conferma sui numeri è arrivata dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che ha parlato di numeri intorno ai 2.400 e i 2.500 esuberi, “almeno dalle risultanze pubbliche”. Di fronte a queste cifre i sindacati non si sbilanciano e restano in attesa di conoscere il Piano industriale della società, che con ogni probabilità sarà presentato la prossima settimana. Il vertice tra le parti (azienda e sindacati) sarà sotto la regia del ministero dei Trasporti, mentre il dicastero del Lavoro, come precisato da Poletti, sarà a disposizione per la parte sugli ammortizzatori sociali.Mentre dall’Unione europea arriva il monito sull’operazione Alitalia-Etihad (deve restare in mani europee), intanto la compagnia italiana deve fare i conti con le dimissioni volontarie dei piloti che, preoccupati dagli esuberi e allettati dalle compagnie straniere, stanno lasciando Alitalia in numero crescente: in un anno ne sarebbero usciti un centinaio, e nelle ultime settimane si registrano 4-5 dimissioni a settimana.
NODO MALPENSA. C’è preoccupazione anche sul futuro di Malpensa ma Alitalia ha smentito categoricamente la notizia di “una qualsivoglia volontà di chiudere o ridurre le sue attività all’aeroporto di Milano Malpensa. Anzi – si precisa in una nota – c’è l’intenzione di rafforzare la presenza della compagnia nell’aeroporto di Malpensa attraverso una crescita dell’attività cargo e un incremento dei voli intercontinentali anche in occasione del prossimo Expo”.
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