È forse la fase più temuta dai candidati durante la ricerca di lavoro: parliamo del colloquio, il momento in cui ci si mette maggiormente in gioco e ci si espone alle critiche dei recruiter.
Dopo aver fatto una buona impressione con il curriculum e la lettera di presentazione è importante mostrarsi al meglio all’intervistatore, mettendo in evidenza le doti comunicative e interpersonali: al di là delle competenze più tecniche, bisogna quindi mettere in luce le proprie soft skill, considerate ormai qualità essenziali per i professionisti di qualsiasi settore.
La preparazione in questa fase è d’obbligo, meglio non improvvisare e mostrarsi sicuri di sé e a proprio agio davanti all’intervistatore. Dale Carnegie, azienda americana attiva nel settore del training professionale e personale, ha condiviso 7 consigli per aiutarci a sostenere un colloquio efficace e far colpo sui recruiter.
Mai presentarsi a un colloquio senza conoscere la storia dell’azienda, i prodotti o i servizi che offre, i suoi competitor. Nei giorni che precedono l’appuntamento quindi è buona prassi visitare il sito web e i canali social del brand, fare una ricerca su Google e dare un’occhiata ai commenti e alle recensioni sui prodotti offerti. Senza dimenticare i profili LinkedIn dei dipendenti, in particolare di quelli che lavorano nel nostro stesso ambito.
Arrivare in ritardo a un colloquio di lavoro può costarci caro, in molti casi può farci perdere ogni chance di ottenere il posto per cui ci siamo candidati. Ma anche esagerare nel verso opposto può avere degli effetti negativi: arrivare mezz’ora prima dell’appuntamento può farci percepire come eccessivamente ansiosi. Una giusta via di mezzo può essere presentarsi al colloquio 15 minuti prima del previsto.
Vestirsi in modo curato e professionale è sempre una buona scelta, anche quando l’azienda a cui ci stiamo presentando non prevede un dress code particolare. Un completo nero e una camicia bianca possono essere una buona scelta in qualsiasi contesto.
Dobbiamo aspettarcelo: durante un colloquio di lavoro arriva sempre la domanda “parlami di te”. Il modo giusto per rispondere? Partiamo dalle competenze ed esperienze professionali, mettendo però anche in luce le doti relazionali e gli aspetti caratteriali. L’elevator speech dovrebbe poi essere personalizzato il più possibile sulle caratteristiche della job position: meglio quindi prepararsi un discorso a casa e ripeterlo fino a quando non lo presentiamo in modo convincente.
Cerca di essere naturale e a tuo agio, ma senza mostrarti sfacciato o arrogante. Meglio quindi essere te stesso, curando però alcuni aspetti: mantieni una postura corretta, non interrompere il tuo interlocutore e conserva sempre il contatto visivo con lui.
Altro classico dei colloqui è la domanda sullo stipendio a cui si aspira. Il consiglio del team di Dale Carnegie è di non indicare una cifra precisa, ma di mostrarsi flessibili e aperti alla negoziazione. Il rischio è di spaventare il recruiter con una richiesta eccessiva o di sminuirsi indicando una RAL troppo bassa.
Comunque sia andato il colloquio, è una buona prassi ringraziare sempre l’intervistatore per il tempo che ci ha dedicato. Dopo aver lasciato l’azienda poi ricordiamoci di inviare un messaggio o una mail di ringraziamento e chiedere quali siano gli step successivi previsti.
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