Notizie poco confortanti per chi cerca lavoro: nei prossimi tre mesi sarà meno difficile rispetto all’ultimo trimestre del 2013 ma resterà un’impresa ardua. É quanto segnala ManpowerGroup Italia nell’indagine trimestrale sull’occupazione, stimata ancora negativa (come da oltre cinque anni) e a doppia cifra. La previsione netta sull’occupazione in Italia relativa al periodo gennaio-marzo 2014 si attesa infatti a -10%: le prospettive di assunzione restano quindi le stesse dell’inizio dello scorso anno, con solo il 5% dei datori di lavoro che prevede nuove assunzioni, il 78% che manterrà invariato l’organico e il 17% che lo ridurrà. Le stime sono negative in nove settori su dieci e quasi drammatiche per il settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio, dove la previsione netta sull’occupazione si attesta a -27%, mentre ci si aspetta un timido aumento (+2%) nel settore pubblico e sociale.Il ridimensionamento degli organici interessa tutto il Paese, in particolare il Sud e le Isole (-18%) e il Nord Est (-13%), ma anche nel Centro Italia e nel Nord Ovest le aspettative sono negative (-6%).Notizie positive arrivano però dal confronto con il trimestre precedente, rispetto al quale si registra un progresso di quattro punti percentuali e un miglioramento delle prospettive occupazionali in sei settori su dieci. Bene soprattutto il settore del pubblico e sociale e quello dei trasporti e comunicazioni, in miglioramento rispettivamente di 20 e 12 punti percentuali. Rispetto alla fine del 2013, sono più ottimisti anche i programmi di assunzione di tre delle quattro macroaree del Paese: +10% nel Nord Ovest, +6% nel Sud e nelle Isole e +2% nel Nord Est.Va molto meglio nel resto del mondo, soprattutto in Taiwan, India, Nuova Zelanda, i Paesi che guadagnano rispettivamente la medaglia d’oro, argento e bronzo nella classifica internazionale delle previsioni di assunzione. Bisogna quindi ampliare il proprio raggio d’azione nella ricerca di lavoro: le minori opportunità si registrano nei Paesi vicini al nostro, come Irlanda (-6%), Finlandia (-6%), Spagna (-4%), Slovacchia (-2%) e Belgio (-1%). Ma è purtroppo l’Italia l’ultima in classifica.
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