Sanità integrativa, in Italia presente in meno di un’azienda su due

Sanità integrativa, presente in meno di un’azienda su due© Shutterstock

Uno stipendio equo, i benefit e una sanità integrativa sono fattori sempre più determinanti per chi cerca lavoro in Italia. A dirlo è un rapporto dell’Osservatorio Sanità, condotto da Nomisma per UniSalute. 

Nello specifico, i servizi legati alla salute risultano tra i più richiesti e apprezzati. Tuttavia, sono ancora poche le aziende italiane che si soffermano su questo tipo di necessità. 

Sanità integrativa, i numeri

Dall’indagine emerge che soltanto il 45% delle aziende include la sanità integrativa nel proprio piano di welfare in Italia. Entrando più nel dettaglio, con il 51%, sono le realtà che operano al Nord Italia a essersi dimostrate maggiormente sensibili alla tematica. Seguono il   Centro, che si ferma al 49%, e il Sud al 34%. 

Fra i dipendenti che ancora non possono godere della sanità integrativa, tre su quattro vorrebbero venisse introdotta nella loro azienda. Ecco allora che, per i futuri contratti di lavoro, inserire una clausola che tenga conto di questa esigenza potrebbe rivelarsi vincente per un’azienda che vuole puntare all’eccellenza della forza lavoro italiana. Infatti, soltanto l’8% degli italiani crede che in futuro il Sistema Sanitario Nazionale potrà rispondere autonomamente a tutti i bisogni di salute del bacino di utenza rappresentato dai lavoratori.

Cosa c’è e cosa manca

Chi già gode del servizio, invece, si dice particolarmente soddisfatto del rimborso delle spese per visite ed esami e le prestazioni mediche con medici convenzionati (71%) sono i servizi più utilizzati. A usufruire delle cure dentistiche è il 57%, dei pacchetti di prevenzione il 54% e dei rimborsi per lenti e occhiali il 45%.

Tuttavia, solo il 41% dei lavoratori di essere pienamente soddisfatto dell’offerta di sanità integrativa della propria azienda. Sono ancora poco diffusi coperture i pacchetti maternità, fermi al 20%); il supporto psicologico e di psicoterapia, utilizzato solo dal 15%; e i servizi di telemedicina (12%). Inoltre, soltanto il 21% delle aziende prevede servizi di assistenza per familiari anziani o non autosufficienti.

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