La metà delle aziende italiane si scopre orientata verso politiche concrete di smart working. È quanto emerge da una ricerca di IDC – commissionata da Dell Technologies e VMware – che ha analizzato le strategie delle piccole e medie imprese europee legate all’utilizzo della tecnologia sul posto di lavoro.
In particolare, i paesi presi in considerazione per la ricerca sono stati: l’Italia, la Francia, la Spagna, la Germania, la Polonia, la Repubblica Ceca e la Gran Bretagna. I risultati rivelano complessivamente che solo il 29% delle aziende ha adottato una strategia orientata al Future of Work, ossia un approccio integrato che ha l’obiettivo di mettere l’innovazione e gli strumenti digitali al servizio del potenziale dei collaboratori e dell’azienda stessa. Tuttavia, per quanto riguarda l’Italia, le evidenze emerse sono singolarmente incoraggianti. La ricerca Future of Work ha, infatti, svelato che il 50% delle imprese del nostro Paese ha già avviato programmi di smart working, con un ridisegno contestuale degli spazi di lavoro. Si tratta di un dato particolarmente rilevante, che posiziona l’Italia dietro Francia (56,36%) e Repubblica Ceca (50,91%), ma davanti a paesi come Spagna (42,86%) e Germania (45,28%).
Il 55,56% delle imprese italiane offre – o sta pianificando di offrire – ai propri dipendenti un orario di lavoro flessibile: i dipendenti possono scegliere quando iniziare e finire la propria giornata lavorativa. Il 44,44% delle imprese italiane predispone – o sta predisponendo – una location flessibile per i propri dipendenti: la scelta di dove lavorare sarà affidata direttamente a quest’ultimi. In questo scenario, oltre il 46% delle imprese italiane ha iniziato ad adottare nuove policy di sicurezza per essere in linea con i nuovi stili di lavoro.
L’Italia è leggermente sotto la media europea (48%), con l’Inghilterra che guida la classifica (64,41%), seguita dalla Germania (56,6%). Fanalino di coda la Polonia, con appena il 37% delle aziende impegnate a interpretare il binomio tra sicurezza ICT e nuove dinamiche lavorative.
Per il 37,04% delle imprese italiane, il miglioramento dell’equilibrio tra vita lavorativa e privata dei propri dipendenti è uno degli obiettivi principali dei programmi di smart working. Si tratta di una cifra ampiamente sotto la media europea (quasi 40%) e molto distante dai livelli registrati in Spagna (53,57%), Germania (49,06%) e Inghilterra (47,46%). Molto più sentito, per le imprese del nostro Paese, l’elemento dell’efficientamento dei costi, prioritario per il 48,15% del panel intervistato (40,16% la media europea).
Tra le barriere che rallentano l’adozione di progetti legati allo smart working in Italia si segnalano timori legati ad aspetti come sicurezza, privacy e governance aziendale.
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