L’Unicredit del futuro passa anche dal ricambio generazionale degli oltre 72 mila dipendenti a livello globale, di cui 27 mila in Italia. È stato raggiunto l’accordo tra i sindacati (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin) e la banca commerciale pan-europea che prevede, in particolare, 510 uscite volontarie di lavoratori che matureranno i requisiti pensionistici fino al 1° gennaio 2030. Questi lavoratori avranno accesso alle prestazioni straordinarie del Fondo di solidarietà.
Contemporaneamente Unicredit ha concordato 255 nuove assunzioni, alle quali si potranno sommare ulteriori assunzioni fino a un numero massimo aggiuntivo di 86 per la sostituzione delle dimissioni volontarie nell’arco del piano industriale (fino al 31 dicembre 2024) di giovani con contratto di apprendistato.
Nel caso di turn over di apprendisti più elevato, Unicredit provvederà a ulteriori assunzioni sino a un massimo di 169. Viene inoltre confermato che il piano di ricambio generazionale terrà poi anche conto delle specificità geografiche, delle aree del Mezzogiorno e delle zone disagiate.
Inoltre, anche i dipendenti Unicredit che, pur maturando il requisito pensionistico entro il 1° gennaio 2030 oppure il diritto al pensionamento diretto entro il 31 dicembre 2025, non avevano precedentemente presentato entro i termini la richiesta di adesione, potranno volontariamente decidere di aderire fino a un massimo di ulteriori 200 domande. Anche per queste eventuali ulteriori uscite verranno poi effettuate nuove assunzioni con lo stesso criterio concordato rispetto alle richieste di adesione al fondo già presentate.
“L’accordo raggiunto con i sindacati conferma il grosso investimento nella rete che viene rafforzata con 1.850 nuovi ingressi di giovani tra i 20 e i 26 anni”, ha commentato a Il Sole 24 Ore, Maria Dalla Riva, Head People and Culture di UniCredit. “Tra il 2022 e il 2023 ne sono entrati 1.500, se ci saranno tutte le uscite previste dall’accordo ne entreranno altri 350 tra il 2024 e il 2025”.
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