La lunga strada dell’automotive sostenibile

La lunga strada dell'automotive sostenibile© Getty Images

Mercati e prodotti sono in fase di totale trasformazione. Non si tratta più di restyling o di semplici adattamenti. Pensiamo al mercato dell’auto e agli scenari che le aziende produttrici devono affrontare oggigiorno. Il momento di grave difficoltà denunciato dal gruppo Stellantis (ma anche altre aziende europee non vivono una congiuntura positiva) fa intendere come questo mutamento in atto crei per l’industria un quadro preoccupante per il futuro.

Gli innovativi motori elettrici da tempo stanno ridefinendo totalmente lo scenario e lo studio di nuove e rinnovabili fonti di energia prosegue senza sosta. L’Hydrogen Council (associazione che vede la partecipazioni di aziende leader nell’automotive e nella produzione di idrocarburi), per esempio, da tempo promuove con determinazione ed enfasi la validità unica dell’idrogeno. Le ricerche poi parlano chiaro sostenendo la volontà dei consumatori europei di aderire a sistemi ibridi o full electric. Meno i costi di gestione e manutenzione, così come inferiore l’inquinamento rispetto ai propulsori endotermici.

Sono argomenti certi e d’impatto, considerati soprattutto da una popolazione acquirente più giovane. La spina nel fianco restano i tempi di ricarica e la carenza di punti di rifornimento, senza i quali diventerebbe difficile garantire qualità ed efficienza. Detto questo, si sa che l’innovazione ha un costo e il prezzo degli autoveicoli di nuova generazione risulta più alto rispetto alle vecchie produzioni. Si nota, però, come lo sviluppo delle vendite sia assolutamente performante nei periodi promozionali (gli incentivi statali ne sono la prova), crollando subito dopo. Una parte dell’utenza è quindi disponibile ad aderire e abbracciare i nuovi progetti, ma non ritiene corretto sopportare adeguamenti di prezzo troppo impegnativi.

Nuovi marchi poi si stanno imponendo con determinazione e visione all’interno del mercato europeo, creando grande difficoltà a un’industria già molto sotto pressione. Insomma, la strada è lunga e non facile. Sappiamo, però, di certo che indietro non si tornerà, che la via è tracciata e che l’impegno richiesto a favore di nuove forme di energia più sostenibili in ogni senso appoggerà in toto il nuovo che avanza.

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