Il 21 giugno, davanti a un pubblico che si profila come di consueto oceanico, i Rolling Stones si esibiranno allo stadio San Siro di Milano. Ammettiamolo: gli Stones sono molto di più di una band; perché sono gli autentici interpreti di un pensiero che non si può definire superato o vecchio: sono la quintessenza del Rock. Quindi, poco importa se alcuni critici mestieranti biasimeranno la loro esibizione definendola – vista l’età dei componenti del gruppo – non più così intensa. Anche perché è un dato di fatto che gli anni passino inesorabilmente per tutti… La verità è che questi “ragazzi” inglesi (tutti ultrasettantenni) più di altri loro colleghi – vedi, per non andare troppo lontani, i Beatles – sono riusciti a dominare il tempo riproponendosi ogni volta in modo ineguagliabile.
Gli Stones sono “veri” nel rappresentare in ogni pezzo musicale la trasgressione, la rivolta, la lotta contro la discriminazione di qualsiasi natura. Come dire? Sono irriverentemente autentici. E in quanto tali non hanno smarrito quel loro essere animali da palcoscenico istintivi, eclettici, trascinanti. Il loro rifiuto di indossare maschere ha fatto in modo che tra i loro fan non ci siano barriere generazionali, trasferendo un senso di condivisione ed entusiasmo che deve far riflettere.
La loro prima esibizione fu nel 1962 a Londra, quindi – proprio quest’anno – festeggiano i 60 anni di carriera. L’istrionico Mick Jagger, frontman e voce, insieme a Keith Richards, estroso chitarrista, sono l’anima degli Stones. Fa parte del gruppo anche Ronnie Wood, virtuoso chitarrista con loro da moltissimi anni. Per la prima volta purtroppo sul palco non ci sarà Charlie Watts, storico batterista, mancato improvvisamente nel 2021. Visionari, grandi musicisti e interpreti dotati di forte sensibilità hanno definito uno stile esclusivo che non ha saputo solo resistere alle mode, ma ha creato sempre maggiore partecipazione.
Le performance di Jagger & soci sono strabilianti, così come i pezzi musicali rivelano mille anime, dense di contaminazioni di ogni genere. Dal blues al rhythm & blues passando dal rock, attraverso divagazioni caratterizzate da un modo di vivere il palco inconfondibile. Negli anni 70, poi, la grande amicizia e il sodalizio artistico tra Jagger e Andy Warhol fecero sì che quest’ultimo scegliesse il primo come soggetto di numerose sue creazioni artistiche. Non a caso, diverse copertine degli album degli Stones furono realizzate proprio dall’artista statunitense. Insomma, gli Stones non sono solo musica di ottimo livello, ma incarnano anche la capacità di saper cogliere il momento sociale e di prendere posizione senza compromessi.
Venivano chiamati i bad guys per il loro modo di vivere, per la familiarità con le droghe, per il loro essere diversi e antisistema. Oggi che siamo nel 2022 e avendo preso atto di quanto ci circonda, possiamo tranquillamente affermare che i veri bad guys sono altri. Infatti, quanto accaduto in Ucraina, la morte di civili e bambini, una feroce repressione che nessuno avrebbe mai potuto immaginare potesse deflagrare nel cuore dell’Europa… Ecco, oggi possiamo affermare che la vera “cattiveria” è ben altro agire. Mentre i Rolling Stones continueranno a esibirsi, facendoci divertire e creando un clima di partecipazione nel pubblico come solo loro sanno fare. Altro che bad guys!
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