Di sostenibilità se ne parla ovunque e lo si fa con grande enfasi. La politica (ogni protagonista ne discute a suo modo) dichiara la volontà nell’affrontare progetti concreti a favore di contesti che si vorrebbero ben diversi dagli attuali. Anche dalle aziende più virtuose, negli ultimi anni, è stato investito molto in termini di comunicazione e organizzazione, sottolineando quanto fosse vivo il coinvolgimento. Il termine sostenibilità è poi molto gettonato nelle discussioni quotidiane, dove il più delle volte si resta sorpresi dal particolare interesse e dalla presunta competenza esternati dai più. Insomma, le dichiarazioni di guerra a difesa di comportamenti scellerati e per giunta perpetuati nel tempo sono state fatte.
Tutto fa presagire che si siano raggiunti traguardi significativi capaci di innescare quella agognata svolta sociale a favore di stili di vita più consapevoli. Non ci resta, quindi, che valutare in modo oggettivo e pragmatico quanto concretizzato in un’area che necessita, per essere correttamente affrontata, grande “sensibilità” e impegno.
Purtroppo, come spesso accade, è corretto prendere atto che non tutto quanto asserito dagli “attori protagonisti” si traduce in comportamenti conseguenti utili al progresso e alla causa comune. Molto l’impegno da parte di alcuni a favore del necessario cambiamento, ma anche e altrettanto poco trasparente l’operato di chi si professa ispirato e partecipativo più per essere parte del grande gioco mediatico che per attiva presenza.
Nel 2015 i Paesi membri dell’Onu avevano definito un’Agenda 2030 che si concentrava su 17 obiettivi sostenibili fondamentali. Venivano considerate molte e significative aree della sostenibilità con l’obiettivo di garantire, attraverso una partecipazione globale, un futuro da viversi all’insegna dell’equilibrio, della consapevolezza e soprattutto della difesa dell’importante rapporto esistente in natura tra le persone e l’ambiente.
Analizzando i risultati sinora ottenuti forse andrebbero fatte altre considerazioni. Una su tutte è quella che ognuno di noi deve rendersi disponibile, senza più attendere, ad agire con efficienza nel proprio ambito attraverso etica e responsabilità. Servirebbe molto, anche per smascherare chi non partecipa con serietà e trasparenza agli obiettivi comuni.
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