Chi pensa alla pensione?

Chi pensa alla pensione?© Getty Images

Carpe diem. Non è vero che i giovani non risparmiano. O meglio, chi lo fa, mette il fieno in cascina, come si dice in questi casi, pensando al futuro più prossimo che venturo. Insomma, i ventenni e trentenni di casa nostra vivono e pensano il presente. Dunque, i giovani mettono da parte un po’ di soldi, ma per concedersi qualche svago o qualche bene di lusso in più: per comprare lo smartphone all’ultimo grido, una borsa o un paio di scarpe firmate, o per fare un bel viaggio, magari oltreoceano. Alla pensione ci si pensa dopo.

Che i ventenni e trentenni italiani abbiano una visione a breve, anzi brevissimo termine, nella gestione delle proprie finanze, lo certifica la consueta indagine di Ipsos e Acri sugli italiani e il risparmio, presentata come ogni anno a fine ottobre in occasione della Giornata mondiale del risparmio, che quest’anno ha spento cento candeline. A colpire, del sempre corposo report, è soprattutto una slide: una delle prime, dedicata ai principali obiettivi e alle priorità che spingono gli italiani a risparmiare. Alla voce «garantirsi una pensione integrativa» hanno risposto solo l’11% della Generazione Z, ossia i nati dopo il 1995, e appena il 4% dei Millennials, i nati dopo il 1980. Percentuali che restano sulla fascia bassa per i trentenni e i ventenni, allineandosi al 10%, quando l’obiettivo è quello di «aumentare il proprio patrimonio».

I giovani italiani hanno una visione a brevissimo termine nella gestione delle finanze

Per dire, i numeri per entrambe le generazioni salgono, alla domanda se risparmiano «per concedersi uno svago o un viaggio», rispettivamente al 28 e 29%. E alla domanda «per concedersi beni durevoli», al 24 e 18%. Più del doppio, insomma, dell’integrazione del proprio assegno pensionistico. Quasi a certificare una predisposizione mentale poco avvezza a immaginare il proprio futuro, limitandosi alla ricerca ossessiva di beni e piaceri da fruire, se possibile, nell’immediato o nel quasi immediato.

Eppure, manuali e siti dedicati all’educazione finanziaria dicono che si dovrebbe risparmiare e investire sì fin da giovani, ma con obiettivi di lungo termine. E prima lo si fa, ovvio, meglio è. La realtà è ben diversa. Perché, per esempio, tornando al tema della pensione integrativa, si scopre poi dal report che è tra i pensieri in cima alla Generazione X, i quarantenni e cinquantenni – i quali avrebbero forse dovuto pensarci prima, assieme alla possibilità di far fronte a spese impreviste o a spese mediche e all’istruzione dei figli. È un mondo al contrario: i più maturi risparmiano in previsione del domani, mentre i giovani restano ingabbiati nel qui e ora.

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