Passaggio generazionale: fate vincere la razionalità

Passaggio generazionale: fate vincere la razionalità© Getty Images

Non è mai troppo presto per pianificare il passaggio generazionale. Un discorso che vale soprattutto per gli imprenditori. L’Italia è uno dei Paesi con il più rapido invecchiamento demografico: quasi un italiano su quattro ha più di 65 anni, stando agli ultimi dati dell’Istat. Una percentuale che andrebbe affiancata ad un’altra: quella della concentrazione della ricchezza, con il 70% in mano a persone con più di 60 anni. Non sorprende che molti consulenti d’impresa e la maggior parte degli esperti nella gestione dei patrimoni privati concordino con questa previsione: entro i prossimi cinque-dieci anni una grossa fetta di proprietà della ricchezza passerà di mano, con le generazioni più giovani, i Millennial e la generazione Zeta, che prenderanno le redini delle imprese ed erediteranno ingenti patrimoni finanziari e immobiliari.

Del resto, i portafogli finanziari più ricchi, quelli da 2 milioni di euro in su, risultano in mano ancora a un ristretto numero di italiani, che in media hanno 58 anni, secondo il recente report di Aipb, l’associazione italiana del private banking, e Prometeia. Il passaggio della ricchezza (che nei Paesi anglosassoni chiamano wealth transfer) avrà un impatto considerevole sulle famiglie imprenditoriali e in ballo c’è il destino di migliaia di pmi che costituiscono la spina dorsale dell’Italia produttiva. In questo scenario, è difficile non notare un difetto, che sembra essere ancor radicato nella classe imprenditoriale italiana: la tendenza a rinviare questo processo sempre più in là nel tempo.

Entro 5-10 anni le generazioni più giovani, i Millennial e la generazione Zeta, prenderanno le redini delle imprese ed erediteranno ingenti patrimoni finanziari e immobiliari

Sarà la scaramanzia, diffusa anche ai piani alti delle aziende, ma non è facile trovare imprenditori di circa 60 anni, e quindi ancora nel pieno della loro attività, disposti a impostare in anticipo il passaggio generazionale in azienda e la pianificazione successoria del patrimonio. Quando lo si fa, prima si pensa all’impresa. Il gioco al rimpallo è assai più lungo quando ci si appresta a considerare, invece, il patrimonio immobiliare. E, soprattutto, quello finanziario. Non di rado, il passaggio di quest’ultimo non lo si fa per niente. Così, quando il capostipite trapassa, saltano fuori le sorprese. Che possono essere anche amare per gli eredi.

Ecco perché, incrociando le dita, conviene pianificare la successione ereditaria il prima possibile. E farlo non a spizzichi e bocconi, ma in modo olistico, considerando tutte le attività della famiglia, dalle aziende agli immobili fino ai conti correnti e agli investimenti, in Italia e all’estero. La razionalità dovrebbe vincere sempre. Anche sui nostri atavici, quanto resistenti, riti apotropaici

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