Un po’ di sana infedeltà fa bene al mercato

Un po’ di sana infedeltà fa bene al mercato© iStockphoto.com

Quanto costa investire? Domanda semplice, risposta complessa. Come ogni attività umana, anche comprare e vendere titoli sui mercati finanziari ha un costo. Anzitutto, in termini di tempo. Non tutti, infatti, hanno a disposizione un numero di ore necessario per seguire le Borse, lo spread, studiare le strategie di trading e confrontarsi con gli altri investitori. Un discorso che vale soprattutto per gli imprenditori, i liberi professionisti, o per chi ricopre ruoli di responsabilità, in azienda o nella pubblica amministrazione. E che pur avendo le possibilità, non ha certo il tempo per gestire da solo le proprie finanze. Certo, qualcuno il tempo lo trova lo stesso per investire. E magari ci azzecca, attirando l’invidia di colleghi e conoscenti. Altri combinano disastri, che poi celano agli amici, ma soprattutto al proprio coniuge.

Ci si affida così agli esperti, i quali, con i loro suggerimenti, sanno indicarci dove mettere e che cosa fare con i soldi, che altrimenti resterebbero fermi nel conto corrente. Che questa attività di consulenza abbia un costo, è piuttosto ingenuo farlo notare. Meno banale, invece, è capire in dettaglio quale servizio si stia pagando e per quali ragioni. Per decenni il costo della consulenza finanziaria si è celato dietro le più generiche commissioni. Ed era implicito nella vendita dei prodotti finanziari allo sportello o fuori sede. Da sei anni a questa parte, per effetto di alcune direttive europee entrate in vigore che hanno migliorato la trasparenza nei documenti bancari, dovrebbe essere più chiaro ai risparmiatori vedere quanto pagano per i servizi di investimento.

Tra le scartoffie che si ricevono ogni anno, o tra gli allegati che ci intasano le nostre caselle di posta, ce n’è uno su cui conviene buttare l’occhio. È il rendiconto dei costi ex-post o rendiconto Mifid 2, dalla direttiva europea che l’ha introdotto. Inviato almeno una volta l’anno, c’è scritto chiaramente quanto abbiamo speso nell’anno precedente per i servizi di investimento e che impatto questi costi hanno avuto sul rendimento del nostro portafoglio. Informazioni preziose, che le banche a malincuore ci concedono. Anche perché, se deludenti, potrebbero spingerci a cambiare intermediario. Del resto lo facciamo già da anni per i mutui, alla ricerca del tasso più vantaggioso. Dovremmo iniziare anche a farlo per gli investimenti. Un po’ di sana infedeltà fa bene al mercato.

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