L’arte della cooperazione

Al Castello di Rivoli, Mutual Aid mette in mostra opere nate dalla collaborazione creativa tra esseri umani e natura

Mutual Aid – Arte in collaborazione con la natura'Le lâcher d'escargots' (Il rilascio delle lumache) di Michel Blazy© Michel Blazy

La mostra da non perdere in questa stagione è al Castello di Rivoli, pochi chilometri fuori Torino, e non solo per la vista struggente sulla città e la collezione permanente di arte contemporanea del suo museo, ma perché è allestita, fino al prossimo 23 marzo, una delle migliori esposizioni mai realizzate in Italia nel segno della sostenibilità. Mutual Aid – Arte in collaborazione con la natura, a cura di Francesco Manacorda e Marianna Vecellio, ideata appositamente per lo spazio della Manica Lunga del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, esplora la collaborazione creativa tra esseri umani e natura attraverso le esperienze di oltre venti artisti e i loro collaboratori “non umani” (animali, piante) dagli anni Sessanta a oggi.

Il percorso si apre con le imponenti tele dell’argentina Vivian Suter realizzate nel cuore della foresta pluviale guatemalteca mescolando tempera e pioggia, seguono le straordinarie sculture di tronchi d’albero pensate da Giuseppe Penone, da sempre attento a promuovere un’arte “biologica”. Imperdibili le sottile “ragnatele” cosparse di polvere di grafite dell’artistar argentino Tomás Saraceno, da anni impegnato a studiare il mondo creativo dei ragni, mentre il francese Hubert Duprat realizza minisculture sfruttando gli astucci protettivi creati dai tricotteri, insetti che vivono nei fiumi.

Il percorso è ampio e ogni lavoro merita attenzione: tra quelli più significativi (e fotografati dal pubblico) il “dipinto” del tedesco Michel Blazy, una sorta di installazione ambientale in cui l’artista coinvolge delle lumache che percorrono un tappeto lasciando scie che ricordano le intersezioni della pittura astratta. Il tema della sostenibilità e della resilienza degli ecosistemi è fondamentale anche nel lavoro dell’australiano Nicholas Mangan, che esplora l’impatto del cambiamento climatico sulla Grande Barriera Corallina, mentre sbalordisce la tecnica brevettata dal greco Yiannis Maniatakos (unico artista non vivente in mostra: è morto nel 2017) che ha sperimentato pitture “subacquee” dai colori vividi.

L’esposizione culmina – e possiamo dire che per noi questa è l’opera più significativa – con l’installazione immersiva The sun eats her children (Il sole mangia i suoi figli) dell’inglese Precious Okoyomon: il visitatore entra in una piccola serra tropicale dove trova farfalle appiccate alle finestre e piante velenose in un paesaggio surreale, con una musica volutamente disturbante. Mutual Aid – Arte in collaborazione con la natura è anche una mostra sostenibile poiché, per ridurre l’impatto ambientale del progetto, il museo ha privilegiato soluzioni di trasporto delle opere che non contemplassero quello per via aerea.

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