A Palazzo Ducale di Genova un’ode alla Nostalgia

In programma fino all’1 settembre ‘Nostalgia. Modernità di un sentimento dal Rinascimento’. In mostra 120 opere di diverse epoche

A Palazzo Ducale di Genova un’ode alla Nostalgia

Palazzo Ducale di Genova sta cambiando passo e per la prima volta dopo dieci anni produce in proprio una mostra di quelle che è bello visitare perché non procedono in maniera tradizionale: Nostalgia. Modernità di un sentimento dal Rinascimento al contemporaneo (visitabile fino all’1 settembre) è un progetto espositivo che coinvolge 120 opere e cinque secoli di storia dell’arte, il cui filo conduttore è quel sentimento di struggimento per un tempo passato o un altrove idealizzato che chiamiamo – appunto – nostalgia.

Si comincia da un libro, ma non da uno qualunque: nella prima sala, sotto teca, vediamo il prezioso volume Dissertatio medica de Nostalgia, del 1688, in prestito dalla biblioteca dell’Università di Basilea, nel quale il laureando in medicina Johannes Hofer individua nella nostalgia – parola da lui coniata unendo le parole greche, nostos, viaggio, e algos, dolore – una vera e propria patologia che affligge i soldati svizzeri durante le loro trasferte militari. Negli anni la nostalgia da patologia è diventata uno stato esistenziale fecondo nella storia dell’arte: ha ispirato, almeno negli ultimi cinque secoli, dipinti, sculture, grafiche.

Ci immergiamo a Genova in questa atmosfera sospesa e vediamo le acqueforti di Albrecht Dürer, nostalgiche del Classicismo, lo struggimento che esprime l’Odisseo di Jean Auguste Ingres (per noi il capolavoro di questa esposizione), senza dimenticare i sospiri che paiono uscire dalle bocche delle nobili donne ottocentesche di Giovanni Boldini e i paesaggi metafisici, nostalgici di un tempo immaginario, di Giorgio De Chirico e del fratello, Alberto Savinio.

L’esposizione a Palazzo Ducale di Genova, a cura di Matteo Fochessati con Anna Vyazemtseva, non procede in ordine cronologico, ma per una dozzina di sezioni tematiche (la nostalgia di casa, la nostalgia del passato, la nostalgia per la felicità, e così via), allenando il nostro occhio a saltabeccare lungo i secoli, seguendo solo l’ispirazione artistica. La parte finale ha una struttura tutta sua: nella cappella del Doge, uno spazio un tempo votato alla preghiera, sono presentate le opere di alcuni dei più grandi artisti dell’ultimo Novecento e contemporanei. L’installazione di Anish Kapoor, classe 1954, dialoga alla perfezione con l’ambiente, creando un gioco di vuoti e pieni che ritroviamo su tela nelle pitture monocrome di Yves Klein (1928-1962), con il suo inconfondibile blu, e di Ettore Spalletti (1940-2019), con il suo meraviglioso azzurro. Qui percepiamo “la nostalgia delle nostalgie”, quella per un Altrove, per una seconda vita immaginata chissà dove: finale perfetto.

A Palazzo Ducale di Genova un’ode alla Nostalgia

Jean Auguste Dominique Ingres, L’Odyssée – Odisseo, 1842-1856 (© Lyon MBA – Photo Alain Basset)

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