Viaggio tra i 10 templi più straordinari del mondo

Templi, chiese, santuari… Edifici religiosi come opere d’arte. Abbiamo selezionato i dieci più straordinari sparsi per il mondo:

Tempio di Wat Rong Khun o Tempio Bianco – Thailandia

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Il Tempio Bianco è stato inaugurato nel 2008 su progetto dell’architetto Chalermchai Kositpipat. Una decina di anni fa è stato danneggiato da un terremoto e nel restauro il progettista lo ha ampliato: ora è costituito da nove edifici, tra cui una galleria d’arte e alloggi per la comunità monastica residente. Si accede al tempio principale attraverso il “ponte del ciclo delle rinascite” e si varca la Porta del Paradiso, caratterizzata da due enormi statue che raffigurano divinità che nella mitologia induista-buddista decidono le sorti dell’umanità. Originali i decori: candido negli esterni in pietra, il tempio all’interno ospita una serie di vivaci murales che simboleggiano la lotta tra il bene e il male e includono super-eroi come Batman e Spiderman e tantissimi personaggi pop.

Il Tempio d’oro di Amritsar – India

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Ad Amritsar, nello stato indiano del Punjab, lo Sri Harmandir Sahib, il cosiddetto “tempio d’oro” rappresenta una delle architetture più iconiche della regione. Centro spirituale per oltre 20 milioni di sikh, pare levitare sulle acque del laghetto artificiale su cui è stato eretto, nel lontano 1500, su progetto di Guru Ramdas Sahib, guida suprema della religione sikh in quel periodo. Si deve al maharaja della zona, Ranit Singh, la spessa patina dorata esterna, che ricopre interamente la struttura. Furono necessari 759 chili di purissimo oro per far rifulgere il tempio che non è solo un luogo di culto ma una delle mense gratuite più grandi dell’India, capace di servire a persone sia povere che abbienti oltre 100 mila pasti al giorno.

Chiesa di San Giorgio – Etiopia

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Ad Amhara, nell’Etiopia centro settentrionale, a ridosso dei monti Semien, a 2.500 metri di altezza, la città santa di Lalibela, di religione cristiana ortodossa, ha eretto alcune delle meraviglie dell’architettura sacra: sono le “chiese nella roccia” di cui la Bete Gigyorgis, la chiesa di San Giorgio, è forse la più suggestiva e di certo la meglio conservata del sito, patrimonio Unesco fin dal 1968. La sua forma architettonica di chiesa rupestre scavata nella terra risale al IV secolo: è stata creata da un unico blocco monolitico di roccia, via via cesellato per formare porte, colonne e i vari piani. A pianta cruciforme, la chiesa ha la particolarità di svilupparsi verso il basso per circa 13 metri: dal bordo dello scavo si vedono bene le decorazioni, ma è scendendo tramite una scalinata e uno stretto passaggio che ci si può avvicinare all’edificio, di colore rosa pallido, punteggiato da croci concentriche e decori.

Wat Samphran, il Tempio del Dragone – Thailandia

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Non sappiamo bene quando il Wat Samphran, il Tempio del Dragone, sia stato eretto. Con tutta probabilità negli anni Ottanta del Novecento e per volere di Bhavana Buddho, una sorta di santone che in quegli anni era molto seguito in Thailandia. La sua setta si è estinta a causa di un brutto scandalo, ma il tempio è rimasto un punto di riferimento per i turisti che si recano nel distretto di Sam Phran ed è uno degli edifici più instagrammati del Paese. L’architettura è strabiliante: composta da una torre alta un’ottantina di metri di colore rosa, è avvolta da un drago, figura mitologica importante nella tradizione orientale, cesellato in ogni dettaglio (nelle scaglie, nelle zampe). Realizzato in ferro e in fibra di vetro, di colore smeraldo con inserti dorati, il drago nelle giornate di sole risplende da lontano. Alla base della struttura, un giardino è animato da sculture di delfini e draghi, tra cui troneggia una statua del Buddha.

Cappella della Santa Croce – Sedona Arizona (Usa)

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Nel cuore del Coconino National Forest, tra le rocce rosse di Sedona, spicca la Cappella della Santa Croce, uno spazio dedicato al culto cattolico, costruito in questo punto suggestivo alla metà degli anni Cinquanta. È stata la scultrice e rancher locale Marguerite Brunswig Staude (che avrebbe già voluto farne una simile in Ungheria, Paese natale della sua famiglia) a commissionare l’opera, firmata dagli architetti americani August Strotz e Richard Hein. La chiesa è caratterizzata da una mastodontica croce in ferro alta 30 metri e posizionata nella facciata a sudovest, che all’interno sostiene l’altare. Puntellata da supporti speciali, ha vetrate fumé per riflettere il calore e mantenere una temperatura adeguata all’interno dell’edificio che può ospitare un centinaio di fedeli. Le rifiniture, così come il portale e i pavimenti, sono in materiale povero: cocci e alluminio.

Santuario di Las Lajas – Colombia

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Spettacolare a dir poco, il Santuario di Las al confine con l’Equador, è considerato una delle principali perle architettoniche del Sudamerica. Si trova all’interno di un profondo canyon, dove scorre il Rio Guitara: l’edificio è di costruito a un centinaio di metri di altezza dal fondo della valle ed è collegato alle due sponde della scarpata da un ponte di 50 metri che è un tutt’uno con la struttura. L’architettura disegna uno scenario unico: il Santuario pare a strapiombo sull’abisso e si inserisce perfettamente, con i suoi marmi policromi e lo stile neogotico, nel paesaggio circostante. Questo gioiello si deve alla fantasia e ai calcoli progettuali degli architetti Juan Gualberto Pérez e Lucindo Espinosa, che lo eressero tra il 1915 e il 1949.

Chiesa Borgund Stavkirke – Norvegia

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Le “chiese in legno” sono uno dei gioielli architettonici del Paese. Questa, la Stavkirke di Borgund a Lærdal, non lontano dal Sognefjord, è tra le più note (e fotografate anche sui social). La sua costruzione risale addirittura all’anno 1180, quando la comunità locale decise di consacrarla all’apostolo Andrea. Decorata con raffinati e intricati intagli raffiguranti draghi e croci cristiane, in una perfetta sintesi iconografica tra leggende nordiche e parabole evangeliche, la chiesa ha un esterno costruito a gallerie e pilastri, aggiunti però due secoli dopo la sua prima costruzione. Le pareti sono fatte di tavole di legno verticali, con tetti spioventi per evitare l’accumulo di neve: al culmine c’è una torre campanaria. Su alcune pareti si trovano ancora antiche iscrizioni runiche di epoca vichinga.

Chiesa dell’Ospedale Giovanni XXIII – Italia

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La chiesa contigua all’ospedale di Bergamo è stata concepita dagli architetti Aymeric Zublena, Pippo e Ferdinando Traversi, che hanno chiamato a collaborare i tre artisti contemporanei Stefano Arienti, Andrea Mastrovito e Ferrariofréres, per realizzare una struttura in cui arte e architettura si completino armoniosamente. A pianta rettangolare, appare come un semplice parallelepipedo, rivestito da un involucro di sottili pilastrini bianchi, detto velario. Entrando in chiesa, s’incontra il portale in legno di Stefano Arienti, con incise le colline della Giordania. Pannelli bianchi in calcestruzzo con decorazioni floreali, sempre di Arienti, caratterizzano gli interni, impreziositi dalle tre absidi realizzate da Andrea Mastrovito con la raffinata tecnica del vetro intagliato, sovrapposto e decorato a grisaille, mentre il collettivo Ferrariofréres firma il suggestivo collage fotografico sulla Passione.

Stupa buddista dell’Illuminazione – Spagna

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Per ammirare questa particolare stupa tibetana, il monumento che rappresenta pace, prosperità e armonia e il luogo perfetto dove praticare meditazione, bisogna recarsi a Benalmádena, a 12 km da Malaga, in Andalusia dove nel 2003, su un progetto di Lopon Tsechu Rinpoch è stata eretta nel suo marmo bianco, rifulgente sotto la luce della Costa del Sol spagnola. La struttura ha una sala centrale a pianta quadrata di 100 mq e nelle mura interne dell’edificio affreschi contemporanei illustrano ai fedeli la storia delle illuminazioni del Buddha. Gestita da un’associazione culturale che ne ha finanziato anche la realizzazione, la stupa è ispirata alle architetture tibetane e spicca per il suo esotismo.

La Maison de Loo – Francia

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Che cosa ci fa una pagoda rossa a Parigi? Chiunque giri l’angolo tra rue Monceau, rue de Courcelles e rue Rembrandt, nell’elegante 8ème arrondissement, non può non notare un edificio dall’architettura particolare. Progettato a metà dell’800 come i tanti palazzi della zona, nel 1925 fu comprato e completamente rinnovato da monsieur Ching-Tsai Loo, facoltoso mercante e collezionista d’arte asiatica di nazionalità cinese che affidò all’architetto Fernand Bloch la costruzione di una cappella-pagoda dove poter conservare le sue opere d’arte. Da qui la scelta dell’intonaco rosso, tipico dell’architettura cinese, e di aggiungere altri due piani rimodellando il tetto a spina di pesce con tegole smaltate e le tradizionali curvature che rendono l’edificio un unicum a Parigi, anche per il portale riccamente decorato in ceramica e bronzo.


Articolo pubblicato su Business People di maggio 2024. Scarica il numero o abbonati qui

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