Rassegniamoci: i tempi dei record da casello a casello sono definitivamente finiti, a meno che non si abbia un budget illimitato per le multe e un patentificio in cantina. La sicurezza così va a mille ed è una cosa stupenda, ma c’è un effetto collaterale, la noia che attanaglia quando si è costretti a tenere i 50, gli 80 o i 130 all’ora a seconda che ci si trovi in un centro abitato, su una statale o in autostrada. E siccome la noia può degenerare in stress, soprattutto per gli ex piedi pesanti (sul pedale del gas), è nata una nuova categoria di veicoli. Hanno stile, potenza, eleganza, versatilità, offrono tanto spazio, ma possiedono anche una dote che una volta sarebbe stata considerata un punto debole: non incitano ad andare veloci, non aizzano alla competizione con gli altri automobilisti.
A giocare un ruolo di primo piano in questa rivoluzione sono sensori, radar, infrarossi, intelligenza artificiale, software, app, telecamere posteriori e a 360 gradi, che hanno il compito di facilitare e rendere più sicura la guida. Tecnologie alla base dei cruise control adattivi e predittivi e dei sistemi Adas che si possono trovare su vetture di tutte le categorie, sovente nella lista degli optional o negli allestimenti più sofisticati. In pratica, il cruise control predittivo sfrutta i dati del Gps forniti dal sistema di navigazione e consente di correggere e regolare la velocità a seconda della configurazione della strada che il veicolo deve percorrere: curve, rotatorie, avvallamenti, incroci e ingressi nei centri abitati. Inoltre, sfruttando gli input provenienti dalla telecamera anteriore e dal riconoscimento della segnaletica stradale (altro Adas molto importante per chi viaggia), l’acceleratore automatico predittivo è in grado di regolare la velocità adattandola ai limiti, per evitare che il driver possa incorrere in multe o sanzioni. Ovviamente mantiene una distanza che si può regolare dal veicolo che precede e accelera, frena fino a fermarsi per poi ripartire.
Un primo assaggio delle auto che guideranno da sole e uno straordinario rimedio per domare le estenuanti code spauracchio dei pendolari. Ovvio che il piacere della guida inteso come accelerazioni e staccate resta un retaggio del passato, ma in questo modo a guadagnarci sono sia le coronarie sia il portafogli. Prendete la Ford Explorer, una Suv ibrida ricaricabile anabolizzata, lunga più di cinque metri, larga due e alta quasi altrettanto: nonostante abbia 457 cavalli (100 dei quali forniti dal motore elettrico) la sua dote peculiare è una coppia di 826 Newtonmetri che rende i viaggi al rallenty quasi delle esperienze zen, favorite anche dal cambio automatico intelligente a dieci marce e dalla trazione integrale, oltre che dall’atmosfera creata da un impianto ad alta fedeltà da mille watt di potenza. Prima di augurare buon viaggio, magari in compagnia dato che c’è spazio per cinque passeggeri belli comodi e altri due su dignitosissime poltroncine, solo due consigli: non scegliere dalla playlist musica Heavy Metal che potrebbe mandare a monte tutti i buoni propositi di guida calma e pulita e, in seconda battuta, abituarsi fin da subito alla corsa brevissima del pedale dell’acceleratore che basta sfiorarlo e fa scattare in avanti come una pantera oversize. Magari per un sorpasso a chi prende davvero troppo sul serio i limiti… Un’ulteriore bella soddisfazione consiste nel poter percorrere alla mattina, dopo la ricarica notturna, una quarantina di chilometri in elettrico, mentre l’unico potenziale stress è il prezzo, che parte da 88 mila euro. Ma se vuoi fa’ l’americano è la giusta tassa da pagare.
Chi ha una vita sociale che si limita alla famiglia-tipo e a un ragionevole numero di amici potrebbe preferire ai Suv una tradizionale berlina, ovviamente cucinata in salsa contemporanea. E potrà puntare a occhi chiusi sulla Citroën C5 X, magica sintesi tra una berlina, una station wagon e una Suv, che assicura, come poche altre, viaggi sul velluto grazie a una silenziosità da record e a sospensioni che sono degne eredi di quelle che hanno fatto in passato della compagna di colori Ds una leggenda. Si tratta, in dettaglio, di un sistema attivo che ha tre impostazioni differenti (ordinaria, fuoristrada o sportiva) e lavora in combinazione con ammortizzatori idraulici progressivi che hanno il compito specifico di azzerare il rollio in curva. Un vero effetto da tappeto volante. La potenza del propulsore mille e due non è stratosferica, 131 cavalli, in compenso il prezzo è interessante: si parte da 33.250 euro.
Se, poi, appartenete alla tribù di quelli che vogliono ancora togliersi qualche sfizio al volante che cosa c’è di meglio di una trazione posteriore? La Bmw Serie 2 Coupé Diesel (da 46.800 euro, foto in apertura) con i suoi 190 cavalli mette insieme blasone, sportività, forme muscolose. Non fatevi distrarre dal fatto che è un’ibrida in cui il motore elettrico ha il braccino corto e nella stalla ha solo pochi puledri, concentratevi piuttosto sulla guida che anche alle basse andature può farsi assai divertente, soprattutto sulle strade sterrate. Basta comunque anche una rotonda che si possa affrontare alla garibaldina e oplà, ecco il caro, vecchio sovrasterzo da correggere sapientemente con il più antico dei rimedi, il controsterzo. Chiamatele, se volete, emozioni, ma quegli attimi di divertimento allo stato puro possono catapultare nelle ere motoristiche in cui l’antenata di questa Bmw, la 320i, scodava come fosse impazzita appena un velo d’acqua copriva l’asfalto e si affrontava una curva con il gas spalancato. Un consiglio: non fatevi tentare dalle versioni più sportive, sarebbero eccessive, senza contare che quelle più potenti hanno la trazione integrale che toglierebbe gusto alla guida.
Passiamo agli ecologisti duri e puri. Per loro quello che alcuni definiscono “il canto del motore” è un sinistro inno alla C02 che viene immessa nell’atmosfera a pieni pistoni. Quindi la scelta antistress è obbligata, un’elettrica altrettanto pura e dura come la Nissan Ariya (da 49.630 euro) che disturba chi sta a bordo solo con il rumore del rotolamento degli pneumatici e con qualche sibilo aerodinamico, peraltro ridotti anch’essi ai minimi termini. L’autonomia massima è nell’ordine dei 500 chilometri e attivando l’apposita funzione si aumenta di molto il recupero di energia quando viene rilasciato l’acceleratore. Così la vettura diventa una one pedal, praticamente frena da sola non appena si rilascia il pedale, basta solo non scordare che al di sotto dei dieci all’ora il sistema si disattiva e ci si deve affidare ai freni a disco come ai vecchi tempi.
E il made in Italy? Tranquilli, a battere la bandiera dell’antistress c’è anche l’Alfa Romeo Tonale (da 35.500 euro). Dato che anche l’occhio vuole la sua parte, se la guardi cominci molto bene notando le pinze rosse dei freni Brembo che parlano subito il linguaggio della sicurezza. Poi entri e le palette in alluminio del cambio chiedono solo di essere pizzicate con maestria… Insomma, le tendenze sportive del marchio ci sono tutte e sono “farcite” con il top della tecnologia messa al servizio del comfort. Per esempio, il sistema multimediale a controllo vocale è compatibile con Apple CarPlay e Android Auto, il cruscotto digitale ha la ragguardevole misura di 12,3 pollici e non mancano la ricarica wireless per lo smartphone e ausili alla guida di livello due che si concretizzano nel cruise control adattivo, nel riconoscimento dei segnali stradali e nella frenata automatica di emergenza. E per chi trova l’hi-tech applicata alle belle auto un po’ fredda ecco il volante rivestito in pelle e i sontuosi interni in Alcantara. La motorizzazione potrebbe far storcere il naso agli alfisti d’antan dato che la Tonale è un’ibrida con un motore quattro cilindri a benzina che eroga una potenza di 130 o 160 cavalli. Ma è già in cantiere una versione Plug-in da 275 cv.
Anche la tradizionale gerarchia dei costruttori sta cambiando al punto che il titolo di Car of the Year, Auto dell’anno 2022 è finito per la prima volta tra le ruote della coreana Kia Ev6 (da 49.500 euro), una crossover elettrica molto piacevole da guidare eppure dotata di uno sprint capace di sgomitare, nella versione da 585 cv, tra Porsche e Ferrari e che batte un ulteriore colpo sulla campana che scandisce il conto alla rovescia per i motori termici. Che, però, continuano a essere protagonisti anche nelle ibride plug-in e diventano sempre più raffinati.
Un esempio da manuale è il sei cilindri in linea montato sulla Suv-icona tutta lusso e sfarzo Range Rover 440e plug-in (da 135.800 euro). Eroga 441 cavalli, compresi i 105 del propulsore elettrico. Qui l’effetto antistress consiste nel potersi permettere escursioni al di là dell’asfalto, magari sfruttando i 113 chilometri che si possono percorrere in elettrico quando le batterie al litio sono sazie di Watt. Volete mettere la soddisfazione di guidare off-road senza disturbare le orecchie della natura che vi circonda?
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