Auto, c’è posto per sette

A dispetto delle sempre più striminzite famiglie italiane, impazza la moda delle auto che fanno concorrenza ai mini-van. Design, comfort e qualche piccolo lusso sono i comuni denominatori delle proposte delle principali case

Istat, con il freddo linguaggio dei numeri, certifica che in Italia il numero medio di figli è pari a 1,42. I tempi del baby boom sono dunque lontanissimi e le famiglie numerose, che per convenzione sono quelle composte da sei o più persone, sono ormai una percentua­le infinitesimale. Una pacchia per i costruttori di city car, verrebbe da dire, perché per trasportare le micro-famiglie del giorno d’oggi bastano auto piccole che, in quanto tali, sono corte e si parcheggiano più facilmente e sono leggere, sinonimo di bassi consumi.Ma, allora, perché tutte le case più importanti fanno a gara nel proporre vetture a sette posti? A che cosa e a chi serve tutto quel proliferare di sedili e di spazio? C’è il fenomeno delle famiglie allargate, è vero, e poi gli attivisti di boc­ciofile e polisportive varie accettano malamente di viag­giare su veicoli di vecchio stampo che sembrano furgoni. Ma non è sufficiente a spiegare perché all’improvviso il sette sia diventato bello anche sulle nostre strade.La risposta all’esplodere del fenomeno delle neo sta­tion wagon ad altissima capienza è duplice. Da una parte c’è la ricerca di spazi interni capaci di rendere la vettura funzionale anche a un trasloco di medie dimen­sioni, e su questo piano, una volta fatti sparire i sedili in eccedenza, la capacità di carico delle «for seven» è im­battibile. Poi c’è la sicurezza: per proteggere tutti i poten­ziali passeggeri queste auto hanno una miriade di airbag e protezioni laterali da carrarmato. Dunque, su di loro si viaggia tranquilli.Già, ma quali sono i modelli da scegliere? Per metter­si al volante di quello più trendy ormai c’è da aspet­tare ben poco, dato che la Fiat 500 XL farà il suo esor­dio nelle vetrine dei concessionari nel 2013 e avrà un prezzo prossimo ai 17 mila euro. Si tratta di un atipico minivan che ha come punti di forza il design della carrozzeria e le dimensioni compatte. Purtroppo si tratta di un portabandiera del made in Serbia, ma se può consolare l’altra Fiat a sette posti, la mu­scolare Freemont (circa 26.500 euro), clone della Dodge Journey, lunga 489 cm, garan­tisce lo stipendio a operai ancora più lonta­ni, per la precisione quelli dello stabilimen­to messicano di Toluca de Lerdo. Destina­ti a chi vuol far l’americano in abbondan­te compagnia sono anche due modelli grif­fati Chevrolet, il crossover Orlando e il Suv Captiva. Le linee trasudano stelle e strisce da ogni lamiera, ma i prezzi sono alla portata di molte tasche italiche: per l’Orlando, lun­go 465 cm, nella più accessoriata versione Ltz si parte da 22.550 euro, mentre l’assegno minimo da staccare per giocare al cowboy cavalcando una Captiva 4×4 (467x185x176 cm) è di 27.550 euro, prezzo che comprende il controllo automatico della velocità in di­scesa e l’assistenza alla partenza in salita, due chicche tecnologiche che in Italia potrebbe­ro essere viste come un marchio di incapaci­tà per chi è alla guida.E se pensate che la Freemont, la Captiva e l’Orlando siano troppo schierate a fian­co di chi negli Stati Uniti voterà alle prossi­me elezioni presidenziali per il candidato re­pubblicano Mitt Romney, ecco la sette posti assai popolare negli States che ha anche il placet di Ba­rack Obama, ovvero la Toyota Prius Plus (circa 30 mila euro), ibrida con le batterie agli ioni di litio nel bracciolo dei posti anteriori per non rubare spazio ai passeggeri. Si tratta di 462 cm fuori tutto, con il 50% di spazio interno in più rispetto alla versione berlina. Monta un propulso­re 1.800 a benzina e un motore elettrico, per un totale di 136 cv, sufficienti per andare in gita con la coscienza a posto anche in un’oasi di Legambiente. Restando in casa Toyota, si può viaggiare in sette an­che con la Verso (444x179x162 cm), venduta a par­tire da poco più di 20 mila euro, niente batterie ma un tradizionale motore a benzina da 1.598 centimetri cubi che eroga una potenza massima di 132 cv, qualco­sa in meno della compagna di colori ibrida in cambio del solido fascino della tradizione motoristica.A proposito di solidità, pure in quel di Germania sta per concretizzarsi sulle linee di montaggio un’auto che può ospitare a bordo un passeggero per quanti sono i giorni di una settimana. Protagonista è l’Audi, anche se la casa dei quattro anelli ha partorito la sua A3 sette pas­seggeri dopo un travaglio piuttosto complicato. A spin­gere per l’avvio del progetto c’era il successo ottenuto dal prototipo Roadjet al Salone di Detroit del 2006, ma dare via libera a un modello capace di tanta promiscuità sem­brava un azzardo a molti top manager, convinti del fatto che in Germania il concetto di «auto del popolo» doves­se restare solo un logo. Naturalmente, la variabile mul­tispazio della A3 non assomiglia affatto a una monovo­lume convenzionale e basa il suo fascino su una linea da coupé king size (la lunghezza scavalla quota 4,5 metri).Nessuna indecisione, invece, al di là della linea Ma­ginot, dove Citroën ha messo a punto in tempi re­cord la sua C4 Gran Picasso, che offre una raffinatezza che profuma di Francia. La vettura, infatti, è dotata di un rilevatore della qualità dell’aria esterna capace di capire se i livelli di inquinamento sono eccessivi e di attivare al­l’istante il ricircolo e, attraverso due bocchette poste nel­la parte centrale della vettura, di diffondere nell’abitaco­lo una profumazione delicata e piacevole.Il profumo che sentono nel quartier generale nostra­no di Mazda non è di lavanda provenzale, ma di suc­cesso. «La Mazda5 è da tre anni la sette posti giappo­nese più venduta in Italia», dice Wojciech Halarewicz, amministratore delegato della filiale italiana della casa nipponica, «e il nuovo modello ha tutte le carte in re­gola per confermare il primato». E allora vediamo­le, quelle carte: lunga 458 centimetri, la 5 in versio­ne 2012 ha le porte posteriori elettriche e scorrevo­li, la seconda fila di sedili che scorre per 27 centimetri, tre attacchi Isofix per altrettanti seggiolini dei bambini e la possibilità di togliere il posto centrale per forma­re un corridoio tipo pullman. La versione base a ben­zina della nuova 5 (1.800 centimetri cubi, 115 caval­li) costa 19.750 euro. Una quotazione allettante, che potrebbe però mettere i brividi a chi è completamen­te fuori dalle medie Istat e la famiglia numerosa ce l’ha davvero, con annesse spese extralarge. Per i portafogli in crisi di identità il rimedio si chiama Dacia Lodgy: la versione con motore a gasolio di 1.500 centimetri cubi che eroga 90 cavalli costa, climatizzatore compre­so, 14 mila euro, ma se moglie e figli non sono parti­colarmente sensibili al caldo si può risparmiare ancora qualche banconota puntando sulla 1.6 benzina da 82 cv offerta allo sbalorditivo prezzo di 9.900 euro. Lunga 450 cm, quando si marcia in sette offre un baule anco­ra discreto, da 207 litri.Se, invece, il budget di famiglia è sotto controllo e c’è margine per concedersi un sia pur sobrio lusso a quattro ruote, ecco scendere in campo la Ford C-Max7 in configurazione 1.6 Ecoboost 150 cv Turbo: la si por­ta in garage investendo 23.500 euro, ma in cambio ci si assicura una versatilità che ha pochi uguali. Lo spazio e il numero di sedili, infatti, possono essere organizzati in modo rapido, semplice e con minimo sforzo. È lunga 452 cm e i due posti in fondo non sono proprio comodissimi. In compenso ci sono le porte laterali scorrevoli, il cam­bio powershift a doppia frizione, una marea di elettroni­ca di sicurezza: in caso di distrazione del guidatore fre­na da sola.Grande versatilità anche per la Opel Zafira Tourer (il listino parte da 23.700) sulla quale in soli 15 se­condi, giurano in casa Opel, si può modificare la confi­gurazione interna, passando da due a sette posti sfruttan­do una delle combinazioni possibili per i sedili che in to­tale sono 72. Quasi un rompicapo, forse un’esagerazione, probabilmente una chiave di lettura del successo della Zafira Tourer (466x193x169). Inutile dire che chi sfrut­terà anche solo la metà delle possibili trasformazioni sarà destinato a un posto d’onore nel Guinness dei primati, e inutile dire anche che le volte in cui la sette posti di casa Opel e tutte le altre vetture che vanno larghe a un se­stetto viaggeranno a piena capienza si conteranno sul­le dita di una mano.Ma nel mondo dell’automobile le cose vanno così. Alzi la mano chi, in tempi di autovelox, tutor e diavolerie varie, ha mai spremuto la sua vettura fino al­l’ultimo chilometro all’ora disponibile…

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