Ranieri è un’eccellenza italiana nella trasformazione artigianale della roccia vulcanica in quelle che sono le più alte espressioni di arte, architettura e interior design. Seduta ai piedi del Vesuvio e guidata da Giovanni Ranieri, l’azienda nobilita l’essenza naturale della lava con un’estetica in rottura con la tradizione, volta a scoprire il potenziale ancora inespresso della sua composizione materica. Forte di una centenaria storia familiare nel trattamento della roccia vulcanica e della sapiente artigianalità campana, Ranieri ha coniato un connubio ideale tra mano dell’uomo e produzione industriale, permettendogli di lavorare a progetti in larga scala pur mantenendo un approccio sartoriale.
I lavori di Ranieri variano da rivestimenti per ambienti outdoor e indoor a collaborazioni con aziende e realtà nel settore del lusso per progetti custom made di arredi. Di materiali, innovazione e dei progetti in arrivo al Salone del Mobile abbiamo parlato con Giovanni Ranieri, che dell’azienda di famiglia è anima e motore.
Si dice che la forma sia sostanza, ma anche la sostanza è forma: che cosa ne pensa?
Per Ranieri, forma e sostanza sono certamente indissolubili. Il nostro design nasce dalla materia stessa: la ascoltiamo, la interpretiamo, senza imporle una forma. La pietra lavica, per esempio, è il risultato di una trasformazione naturale potente. Il nostro lavoro è tradurne la memoria geologica in un linguaggio contemporaneo, cercando un equilibrio tra essenza ed espressione formale.
Come si evolve la lavorazione dei materiali classici per renderli più innovativi e sostenibili?
L’innovazione nei materiali è guidata da sostenibilità e tecnologia. Materiali tradizionali come pietra, legno e ceramica vengono reinterpretati con nuove finiture e processi a basso impatto ambientale. La pietra lavica, ad esempio, diventa ancora più resistente grazie a smaltature speciali, offrendo un’alternativa sostenibile. La nuova frontiera è l’ibridazione tra materiali diversi e il riuso creativo degli scarti di lavorazione per generare nuove superfici di alta qualità.
Perché avete scelto di specializzarvi nella pietra lavica?
Abbiamo scelto la pietra lavica per il suo legame con il territorio e il concetto di trasformazione. È un materiale che racchiude la forza del fuoco e del tempo, con un’incredibile combinazione di resistenza e duttilità. Può essere smaltata con colori intensi, lavorata in lastre sottilissime e adattata a diversi contesti, dall’architettura al design d’interni.
Avete collaborato con diversi artisti, tra cui Olafur Eliasson, artistar di origine danese famoso in tutto il mondo per i suoi progetti innovativi. In che modo il design dei materiali contribuisce allo sviluppo della migliore arte contemporanea in circolazione?
Collaborare con Olafur Eliasson ha confermato la nostra visione del materiale come elemento narrativo. La pietra lavica, con la sua texture e memoria, è diventata per lui un mezzo per esplorare concetti di tempo e trasformazione. Design e arte condividono l’obiettivo di dare forma a un pensiero: quando il materiale viene trattato con consapevolezza, diventa un linguaggio espressivo autonomo.
Cosa presenterete al Salone del Mobile di Milano e perché è un evento importante per voi?*
Presenteremo una collezione che esplora la tridimensionalità della pietra lavica, spingendola verso forme scultoree e strutturali. Per noi, il Salone del Mobile di Milano è molto più di una semplice vetrina: è un’occasione per raccontare la nostra ricerca e dimostrare che l’artigianato può essere innovativo, offrendo alla materia una nuova voce.
Chiudiamo con alcune considerazioni generali sulla situazione del made in Italy in questi tempi complessi: come giudica il “sistema Italia” nel settore della ricerca sui materiali?
L’Italia ha un enorme potenziale grazie alla sua tradizione manifatturiera e all’equilibrio tra artigianato e innovazione. Tuttavia, manca spesso una visione condivisa tra aziende, istituzioni e ricerca. L’innovazione c’è, ma rischia di rimanere frammentata. Servirebbe un maggiore investimento nella collaborazione interdisciplinare per consolidare il nostro ruolo guida nell’evoluzione dei materiali.
* Intervista pubblicata su +Design, speciale di Business People di aprile 2025. Scarica il numero o abbonati qui
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