Sembrava già tutto scritto, che a indossare la giacchetta verde alla fine del torneo sarebbe stato Rory McIlroy. Arrivato all’alba del quarto e ultimo giorno di gara a -12 con 4 colpi di vantaggio su più immediati inseguitori, il successo del giovane nordirlandese era quasi scontato. Ma il Masters di Augusta, giunto quest’anno alla sua 75esima edizione, non è torneo da star tranquilli e da sempre le ultime 18 buche sono quelle che riservano le emozioni maggiori. E Rory, in testa fin dal primo giorno di gara, domenica non è tranquillo. Parte dalla buca numero 1 ed è subito bogey, colpa di un putt sbagliato da poco più di un metro. Nonostante l’inizio non proprio entusiasmante chiude le prime nove con 6 par, un birdie alla 7 e un altro bogey, sempre per un errore nel puttare, alla 5. Fin qui Rory è ancora in testa al torneo, con un colpo di vantaggio sugli inseguitori: l’idolo di casa Tiger Woods, il coreano K.J. Choi, Charl Schwartzel e l’argentino Angel Cabrera. Sono le seconde nove buche, le ultime nove buche del torneo a segnare la disfatta del giovane campione. La buca numero 10 è l’inizio del dramma: un drive troppo «ganciato» supera pubblico e alberi, e termina là dove non sarebbe proprio dovuto andare, tra le villette a sinistra del fairway. Da lì Rory tenta di ributtare la palla in campo, ma il suo ritorno sul green non va subito a buon fine: il suo legno 5 è ancora un gancio, e la palla finisce tra gli alberi alla sinistra del green. Alla fine Rory chiude la buca 10, un par 4, con 7 colpi. Un triplo bogey che lo stende psicologicamente. Persa la testa della classifica e non solo, la gara del nordirlandese è irrimediabilmente segnata. Bogey alla 11, doppio bogey alla 12 e bogey ancora alla 15. Rory chiude il giro con 80 colpi, secondo record negativo dei quattro giorni di torneo, un + 8 che lo fa scivolare in 15esima posizione.
Se quella di McIlroy è una vera e propria ritirata, con tanto di lacrime finali, a giocarsi fino alle ultime buche il torneo sono altri nomi. C’è Tiger Woods, idolo di casa, ancora capace di far impazzire pubblico e commentatori. Lo statunitense, con un ultimo giro entusiasmante (cinque birdie e un bellissimo eagle alla 8) arriva vicino all’impresa, ma alla fine è quarto a -10. Davanti a lui, appaiati in seconda posizione gli australiani Adam Scott e Jason Day a -12. Due colpi più su a -14 il trionfatore del Masters è Charl Schwartzel. Il 26enne sudafricano si aggiudica il titolo proprio nelle ultime 4 buche con 4 birdie consecutivi. Nel giro finale anche Edoardo Molinari conferma la propria qualità: segna un -2 per un punteggio finale a -5 che lo piazza undicesimo accanto a Lee Westwood, e gli assicura la partecipazione al prossimo Masters.
L’appuntamento con il Masters adesso è per l’anno prossimo, ancora una volta il primo week end di aprile, ancora una volta all’Augusta National.
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