Gran Turismo tecnologico

Due Aprilia a confronto. Prima differenza? A una delle due manca la leva della frizione. In comune? Molto, a partire dalle nuove vesti turistiche. La Shiver e la Mana, due nude di nuova generazione, escono...

Due Aprilia a confronto. Prima differenza? A una delle due manca la leva della frizione. In comune? Molto, a partire dalle nuove vesti turistiche. La Shiver e la Mana, due nude di nuova generazione, escono infatti nella versione Gran Turismo con cupolini per riparare dall’aria e intercettare un pubblico più vasto. La Shiver mantiene intatta la sua indole sportiva e il look accattivante. Una delle armi migliori della bicilindrica da 750 cc di Noale erano infatti le linee taglienti e giovanili che l’hanno resa una delle nude più ammiccanti sul mercato. La protezione aerodinamica è più che discreta e consente di tenere medie autostradali degne di nota senza affaticarsi. Le doti dinamiche restano intatte. Buono il bicilindrico da 95 cv che può vantare tre differenti curve di coppia e potenza. Sulla Shiver, infatti, come sulla Mana, il sistema Ride by Wire consente di avere 3 mappature differenti: sportiva, standard e rain per adattare la risposta al gas a ogni fondo stradale. Lusso che nessuna concorrente diretta promette. Anche la sorella Mana Gt ha cupolino e triplice mappatura ma gli manca la leva della frizione. La Mana, infatti, è la prima moto automatica Aprilia. Grazie a un tasto sul manubrio destro si può scegliere tra la modalità Automatica (con le tre mappature) e quella Sequenziale. Chi non sa rinunciare al piacere del cambio può inserire le marce tramite due comodi bottoni con la mano sinistra o con il classico, amatissimo pedale sul piede sinistro. La Mana è una moto molto più pragmatica e meno passionale della Shiver e sa riservare comfort sconosciuti alla sorella 750. Chicche come il vano portaoggetti al posto del serbatoio ve la faranno amare in meno di quanto pensiate: vi potrete riporre, infatti, un casco integrale e godere della presa per ricaricare il telefonino. Il look anche qui non è sporcato dal cupolino che però si presenta più massiccio e protettivo. La posizione in sella inserisce il pilota nella moto e lo rende padrone della situazione. Viaggiare a bordo della Mana è piacevole sia per il pilota che può gustare il panorama in relax sia per il passeggero che apprezzerà la fluidità di marcia del cambio automatico. Non si perde gusto nella guida: la possibilità di scalare le marce prima del tornante lasciano la porta aperta alla guida sportiva e telaio e sospensioni assecondano anche la mano più pesante. L’erogazione piatta rende subito disponibili i 76 cv di potenza e i 76,5 Nm di coppia di cui è capace il motore V2 di 90° e le salite dei passi di montagna diventano nastri d’asfalto da godere fino all’ultimo centimetro.

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