Il secolo diVino del Consorzio Chianti Classico

A cento anni dalla sua nascita il Consorzio è più in forma che mai e dimostra di saper stare al passo con i tempi

Il secolo diVino del Consorzio Chianti Classico

Il Consorzio del Chianti Classico, primo consorzio di vino al mondo, ha appena compiuto cent’anni e non è mai stato così in forma e al passo coi tempi, come dimostra la festa di anniversario all’insegna della sostenibilità tenutasi a Firenze nel maggio scorso. Sotto il Gallo Nero dipinto dal Vasari nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio e con la partecipazione di diversi consorzi internazionali, tante figure fondamentali del vino mondiale sono accorse per l’occasione. Il Chianti Classico trae la sua fortuna commerciale dalla sua posizione tra le bellissime città di Firenze e Siena. Un territorio splendido dove la vigna è solo una parte di un paesaggio costruito nei secoli, fatto di anche di olivi, boschi e monti dall’altezza non indifferente; il tutto tra ville, castelli e roccaforti che si stampano nella memoria di ogni visitatore. Non stupisce che questo territorio sia candidato a diventare Patrimonio dell’Umanità Unesco!

I numeri del Chianti Classico

Il Chianti Classico si estende su 6.800 ettari di vigneti, coinvolgendo 486 produttori, di cui 345 seguono l’intero processo produttivo. Ogni anno vengono prodotte tra i 35 e i 38 milioni di bottiglie, vendute in 160 Paesi del mondo, con Stati Uniti, Italia e Canada in testa. Il valore economico dell’intero distretto, incentrato sul vino, si aggira intorno a 1 miliardo di euro. E se la storia del consorzio è iniziata il 14 maggio 1924, quando 33 lungimiranti viticoltori decisero di unire le forze per gestire una produzione in grado di rappresentare e valorizzare l’intero territorio, le origini del mito risalgono a tempi ancora più remoti: a partire dal bando del Granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici che delimitava pionieristicamente la zona di produzione del Chianti Classico nel 1716, passando per l’invenzione della “formula perfetta” del Chianti Classico da parte del “Barone di Ferro” Bettino Ricasoli nel Castello di Brolio nel 1872.

I vini da non perdere

L’appeal di quest’area vinicola è in continua crescita, come dimostrano i sette vini del territorio inseriti nella Top 100 2023 di Wine Spectator e il costante aumento dei prezzi medi: +7% nel 2023 rispetto al 2022 e +13% rispetto al 2021. Questo successo è in parte dovuto all’effetto trainante della Gran Selezione, il vertice della piramide qualitativa del Chianti Classico, che nel 2024 festeggerà il suo decimo anniversario e che ha raccolto già due 100/100 con il Bragantino di Monteraponi (nel comune di Radda) e con il Ceni Primo di Barone Ricasoli (nel comune di Gaiole).
Oltre a Radda e Gaiole i comuni su cui si estende la Docg sono Greve, San Casciano, Barberino Val d’Elsa, Tavarnelle, Castellina e Castelnuovo Berardenga, mentre le Uga (unità geografiche aggiuntive) sono 13, in quanto si aggiungono Montefioralle, Vagliagli, Lamole, Panzano, e San Donato. Sul mercato troviamo il Chianti Classico d’annata 2022 che da solo vale il 46% del valore totale della denominazione e il 64% del volume. Tra i migliori assaggi ci sono Carpineta Fontalpino da Castelnuovo Berardenga, Castello di Ama, Castello di Monsanto, Cigliano di Sopra, Riecine e Terre di Seta. I Chianti Classico Riserva 2021 e 2020 mostrano poi carattere gastronomico spiccato e squarci di eleganza raffinata.
Il secolo diVino del Consorzio Chianti Classico
Tra le migliori proposte c’è quella di Antinori “Villa Antinori”, ma anche di Caparsa “Doccio a Matteo”, Cigliano di Sopra “Vigneto Branca”, San Giusto a Rentennano “Le Baroncole”, La Vigna di San Martino ad Argiano, L’Erta di Radda, Luiano, il maestro Maurizio Alongi “Vigna Barbischio” e Rocca delle Macìe.

Infine, tra le migliori bottiglie della Gran Selezione del Chianti Classico sul mercato citiamo Fattoria di Lamole di Paolo Socci, Vigna Grospoli, Conte Ferdinando Guicciardini “Belvedere Campoli” Il Tabernacolo, lo splendido Vigneto San Marcellino di Rocca di Montegrossi, Podere Il Palazzino Grosso Sanese, Castellinuzza, e poi naturalmente il Bragantino di Monteraponi, Vecchie Terre di Montefili, il San Felice Poggio Rosso, Querciabella, I Fabbri, l’esordiente Isola delle Falcole, Villa Rosa e il riferimento Villa Gittori Riecine.

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