Vino: i tesori nascosti dell’Est Europa

Grecia, Georgia, Albania e Moldavia stanno vivendo una vera e propria rinascita enologica. La qualità è in crescita ed è lecito aspettarsi che da queste terre emergano vini destinati a competere con le più grandi etichette internazionali

Vino: i tesori nascosti dell'Est Europa

Forse prima d’ora non avete mai sentito parlare di agiorgitiko, xinomavro, saperavi, rkatsiteli, feteasc neagr , kallmet, pules o debin, ma sono vitigni che vi conviene cominciare a conoscere, perché rappresentano la nuova frontiera del vino in Europa. Se, infatti, quando pensiamo alle origini del vino la mente corre veloce alla Francia e alla nostra Italia, in realtà le radici più profonde di questa bevanda affondano altrove: Grecia continentale, Georgia, Moldavia e Albania. Oggi, vicende politiche, economiche e nuovi flussi di turismo stanno portando a una rinascita enologica di questi Paesi. Investimenti in tecnologie moderne si affiancano alla riscoperta di metodi tradizionali, facendo crescere la qualità, nonostante i prezzi non abbiano ancora raggiunto i livelli delle regioni più famose. Nei prossimi anni, è lecito aspettarsi che da queste terre emergano vini destinati a competere con i grandi nomi dell’enologia mondiale…

I vini della Grecia

La Grecia continentale è stato probabilmente il primo Paese al produrre vino pensando di commercializzarlo. Oggi, regioni come la Macedonia, l’Epiro e il Peloponneso stanno riscoprendo vitigni autoctoni come il limniona, l’agiorgitiko e il mavroudi, producendo vini originali che concentrano storicità e sensibilità moderna. È qui che incontriamo Oenops Wines, fondata nel 2015 da Nikos Karatzas nella regione di Drama, che nell’ultimo Concorso Internazionale di Bruxelles ha raccolto un’altra medaglia d’oro. Tra i vini prodotti di particolare interesse c’è il limniona in purezza, una varietà rossa difficile da trovare, coltivata principalmente in Tessaglia nelle zone di Karditsa e Tyrnavos. Produce vini rossi speciali e delicati, con aromi di frutti rossi scuri al naso, ma anche caratteri di minerali, spezie ed erbe. E quello di Oenops mantiene tutte le promesse. Oltre al limniona segnaliamo l’Aplà Red, blend di xinomavro, limniona e mavroudi che esalta le caratteristiche aromatiche di tutti e tre i vitigni.

La Georgia del vino

Spostandosi verso est, incontriamo la Georgia. Il metodo tradizionale di vinificazione in anfore di terracotta interrate, chiamate qvevri, sta vivendo una rinascita, attirando l’attenzione di enologi e appassionati da tutto il mondo. Vitigni autoctoni come saperavi e rkatsiteli stanno conquistando i palati internazionali con la loro unicità. Per capirlo, provate quello dell’azienda Nikoloz Winery, nata nel 2018 e fin dagli esordi seguita dall’esperto enologo italiano Andrea Paoletti. Il Saperavi 2019, maturato in solo acciaio, restituisce intatte le doti del vitigno.

I vini di Moldavia e Albania

Anche la Moldavia sta investendo massicciamente nel rinnovamento del settore vitivinicolo, puntando su vitigni internazionali come cabernet sauvignon e merlot, ma anche riscoprendo varietà locali come feteasc neagr e rara neagr , ad esempio quelli prodotti da Chateau Purcari. Infine, l’Albania, forse la meno nota tra queste nazioni in ambito vinicolo, sta rapidamente recuperando terreno. Vitigni autoctoni come shesh i bardhë e kallmet stanno attirando l’attenzione degli esperti, mentre le moderne cantine albanesi stanno dimostrando di poter produrre vini di qualità sorprendente come Cantina Cobo a Sud di Tirana, nella regione di Berat. Per rendervene conto provate il loro Gran reserve da uve kuqja e beratit autoctone. O ancora il bianco pulës della Cantina Albanica della famiglia Prifti.

Resta sempre aggiornato con il nuovo canale Whatsapp di Business People
© Riproduzione riservata