Conoscere persone nuove, guadagnare qualche soldo in modo semplice, ma soprattutto dare sfogo alla propria passione per la cucina. Sono sempre di più gli italiani che si danno all’home restaurant, trasformando la propria casa in piccoli ristoranti amatoriali. Nata tra New York e Londra ormai diversi anni fa, oggi il fenomeno sembra aver raggiunto il suo picco, con offerte per tutti i gusti e in tutte le regioni.
Persino Airbnb amplierà presto l’offerta all’home restaurant: lo sta già sperimentando in California. Come funziona? I cuochi casalinghi scelgono temi, menù, date e quant’altro. Per farsi conoscere, naturalmente, sfruttano la Rete. Alcuni creano il proprio sito Internet, molti si iscrivono alle piattaforme di social eating o a reti nate per far riscoprire le tradizioni gastronomiche locali. Se l’idea vi stuzzica, ecco alcuni indirizzi utili:
Nato nel 2012, è il frutto della fusione tra due start up, Cookhunter e Cookous, con sedi rispettivamente a Bari e a Torino. Vanta più di 3 mila cuochi in oltre mille città | |
Idea tutta abruzzese, si rivolge principalmente ai turisti. L’intenzione è quella di favorire gli scambi culturali attraverso il cibo. | |
Lanciata nel 2012, è la piattaforma social di riferimento per chi cerca una cena domestica nella Capitale. La scelta è tra una quarantina di affiliati. Costo medio di una cena? Quaranta euro. | |
Se siete in cerca di un pasto economico è l’indirizzo che fa per voi. Qui il conto della cena non va oltre i sei euro. | |
Attivo in tutta Italia, esiste dal 2011. | |
Circuito internazionale, ha anche una piccola quota di mercato in Italia | |
Questo progetto di home food mira a valorizzare e diffondere la conoscenza del cibo tradizionale e dei prodotti tipici del territorio emiliano. |