Oggettivamente, il mondo oggi è spesso meraviglioso, stimolante, rapido, ma per questo spesso complicato e faticoso. Quando si sale in sella, si afferra un manubrio e, ingranata la prima, si dà gas. Lo si fa perché tutto quel vortice di pensieri e cose da fare si perda alle nostre spalle, dimenticato almeno per qualche mezz’ora. La moto che incarna (o meglio re-incarna) questa spensieratezza, questa voglia di normalità, è arrivata sul mercato italiano da poco: si chiama Honda Cb1100. Erede della mitica Four, ci fa l’effetto di una vecchia amica venuta dal passato per semplificare il presente. Guardandola si percepiscono tratti somatici conosciuti, tutto è già visto, già amato, non c’è nemmeno bisogno di sforzarsi per capire se è bella o meno… è quella lì, punto e basta. Salirci in sella è come entrare nella casa in cui si è cresciuti da bambini: tutto è dove dovrebbe stare. Già dai primi metri in movimento la dimestichezza è totale come solo su una Honda può essere. La ciclistica, classica come il look, prevede un telaio a doppia culla in acciaio come il forcellone con doppio ammortizzatore posteriore regolabile nel precarico. La vera star è il motore raffreddato ad aria. Ipnotizza gli occhi quando lo si guarda ed emoziona nella guida. Il quattro cilindri da 1.140 cc eroga una potenza di 90 cv e ha una coppia di 9,5 kgm a soli 5 mila giri ma più che i meri dati occorre guardare alla linearità d’erogazione e alla corposità della spinta. Il contralbero limita le vibrazioni al minimo necessario e porta il comfort di marcia a livelli davvero buoni. Comfort, ma anche sicurezza grazie all’Abs e alla frenata combinata di serie. Il prezzo rispecchia un dato di fatto: la Cb1100 è essenziale, non è cheap.
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