Leggere fa bene. Suona come uno slogan questo principio quasi vetusto, ma le cose stanno proprio così. A dirlo non sono più solo gli insegnanti delle scuole che lo ripetono come una cantilena a tutti gli alunni, ma i neurobiologi della Stanford Univesity. Una recente ricerca, condotta da Natalie Phillips insieme ai colleghi del Center for Cognitive and Neurobiological Imaging dell’ateneo californiano, ha dimostrato come la lettura porti evidenti benefici al cervello. Sfogliare un romanzo aumenta in modo considerevole l’attività neuronale stimolando i centri del piacere e dell’immaginazione, mentre la lettura più attenta e scrupolosa rappresenta una notevole palestra per aumentare l’attenzione, la concentrazione e la memoria.
PERSONE MIGLIORI«Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5 mila anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro», così amava dire Umberto Eco. Ognuno di noi ha vissuto gli effetti dell’immersione totale in un libro, quando si viene rapiti dalla trama, quando ci si immedesima nei personaggi raccontati dagli autori, trovando consigli e conferme dei propri pensieri o dei propri sentimenti. La lettura rappresenta un’esperienza completa, ricca e coinvolgente, simile per certi versi ad altri piaceri compensativi come il cibo o l’erotismo.Qualcuno sostiene addirittura che la lettura ci renda uomini migliori. Anche in questo caso l’affermazione è suffragata da evidenze scientifiche, quelle pubblicate negli studi di Raymond Mar, psicologo alla York University (Canada), e Keith Oatley, professore emerito di psicologia cognitiva dell’Università di Toronto, che hanno dimostrato come gli individui che leggono spesso narrativa sembrino essere maggiormente in grado di capire gli altri, entrare in empatia con loro e vedere il mondo dalla loro prospettiva. Principio valido anche per i più piccoli: uno studio del 2010 ha confermato, infatti, che sono più reattivi i bambini ai quali vengono lette delle storie. E non solo.I motivi per leggere sono molti e diversi tra loro. Il principale è sicuramente legato all’intrattenimento, al piacere di rilassarsi con un libro in mano quale che sia la storia scelta, dal romanzo rosa al thriller piscologico. Ma si legge anche per interesse, per studio, per lavoro. Nell’epoca del web, quasi in modo paradossale, leggiamo di continuo, ma invece dei volumi di carta passiamo in rassegna messaggi, post, articoli su cui spesso ci si sofferma con superficialità. Questo tipo di lettura non è soddisfacente come divorare un buon libro. A sostenerlo con cognizione di causa è il National Literacy Trust della Gran Bretagna che ha pubblicato i risultati di uno studio fatto su 34.910 giovani di età compresa tra gli 8 e i 16 anni. I ricercatori hanno riferito che il 39% dei bambini e ragazzi leggono quotidianamente su dispositivi elettronici, ma solo il 28% su carta stampata. Quelli che leggevano sullo schermo avevano tre volte meno probabilità di dire che amavano leggere e un terzo in meno di probabilità di avere un libro preferito. Lo studio ha anche scoperto che i giovani che leggono tutti i giorni solo sullo schermo hanno quasi due volte meno probabilità di essere buoni lettori di quelli che leggono tutti i giorni su carta stampata.
Sembra l’ultima moda in fatto di editoria, ma anche quella dei distributori automatici di libri è una storia antica: la prima vending machine di cultura è stata il Penguinincubator, ideato dall’editrice Penguin Books nel 1937. Anche se la prima invenzione di questo filone si deve a Richard Carlile, che nel 1822 ne costruì uno artigianale per permettere la diffusione dei libri “proibiti”: senza contatto col cliente, le autorità non avrebbero potuto accusarlo di diffondere testi sconvenienti. Il fenomeno è tornato alla ribalta negli ultimi tempi partendo da Amburgo, dove i vecchi distributori di sigarette sono stati riadattati per la vendita di romanzi e fumetti a soli quattro euro. In Italia la prima città ad abbracciare l’iniziativa è Bergamo, mentre a Singapore i distributori di cultura sono quasi un’istituzione: promossi dalla libreria indipendente BooksActually, ogni apparecchio è personalizzato dall’opera d’arte di un artista locale.
L’ERA ELETTRONICAL’odore della carta e il senso del possesso fisico del libro, in fondo, sono da sempre elementi essenziali legati al piacere della lettura. Eppure la stampa così come la conosciamo da secoli, deve fare i conti con l’era digitale. Per qualcuno è uno scontro epocale, per altri una naturale metamorfosi evolutiva. Comunque la si voglia vedere, la lettura tradizionale non scomparirà, mentre quella elettronica prenderà sempre più piede. Dal lancio del primo lettore Kindle, messo sul mercato da Amazon, sono passati già nove anni, e in pochi avrebbero scommesso sull’ambizioso progetto di Jeff Bezos. Oggi è dimostrato invece che la lettura degli ebook cresce in modo esponenziale e in molti apprezzano la formula flate-rate di Kindle Unlimited, che replica il modello collaudato di Spotify con la musica o di Netflix con i video. Per 9,99 euro al mese gli utenti hanno ora a disposizione oltre 1 milione di libri (più di 20 mila in lingua italiana) e, secondo i dati dell’azienda, gli abbonati a questo servizio spendono il 30% in più nell’acquisto di nuovi ebook. Segno di un comparto finalmente uscito dall’ombra e dalla crisi. «Nel 2015 il mercato degli ebook in Italia è cresciuto del 25,9%, raggiungendo i 51 milioni di euro, e sono ormai quasi cinque milioni gli italiani che scelgono di leggere ebook», ha commentato il presidente dell’Associazione Italiana Editori (Aie), Federico Motta. D’altra parte i libri elettronici sono anche più economici e un ereader può contenere migliaia di titoli in pochi grammi di peso, una manna per i lettori più accaniti. Se siete un po’ restii nello sperimentare la versione elettronica, sappiate che gli esperti assicurano che il vostro cervello ci metterà solo sette giorni per adattarsi al nuovo metodo.
CACCIATORI DI PAGINEBello non è solo leggere, ma anche la personale ricerca del libro da scegliere. Entrare in una libreria dona un senso di piacere quasi euforico legato all’opulenza dei testi a disposizione. Anche chi legge poco viene attratto da questo sfarzo di pagine, di copertine colorate, di volumi che si vorrebbero consumare avidamente. Mettere piede in una libreria, così come accade entrando in una biblioteca, conferisce immediatamente un senso di maggiore saggezza, come se la sola vicinanza ai libri facesse sentire più intelligenti. Poi il piacere diventa più intimo e profondo nel momento in cui bisogna decidersi a comprare il libro giusto. È sempre una scelta difficile, un processo di sintesi delle proprie necessità, perché anche se supportati da consigli e recensioni, il libro rappresenta un salto nel vuoto. Nessuno sa a priori se piacerà o meno, un po’ come accade con gli incontri al buio tra un uomo e una donna. Spesso si entra in un negozio convinti di comprare uno specifico titolo e si esce con un altro libro. Qualcuno si cimenta addirittura in acquisti compulsivi, tre, quattro volumi che poi andranno a finire sul comodino del letto. Anche solo vederli lì uno sopra l’altro donerà piacere. Questo potere è proprio solo dei libri, che anche intonsi, mai sfogliati procurano una certa gioia. Non sorprende così constatare che tra i tanti regali che possiamo fare o ricevere, il libro sia sempre una scelta azzeccata.
I ROMANZI STIMOLANO
I CENTRI DEL PIACERE,
I SAGGI AIUTANO
CONCENTRAZIONE E MEMORIA
In sintesi, perché dovremmo leggere? Semplice, perché ci rende felici. Secondo una recente ricerca dal Gruppo editoriale Mauri Spagnol, affidata al Centro di studi su mercati e relazioni industriali dell’Università di Roma Tre, è emerso proprio questo interessante risultato: l’indice di felicità dei lettori risulta superiore rispetto a quello dei non lettori. Non solo. Secondo la scala di Diener e Biswas-Diener, che misura la frequenza di sei emozioni positive (positività, benessere, piacere, felicità, gioia e serenità) vissute recentemente dagli individui, i lettori hanno un indice superiore ai non lettori. In particolare, i lettori provano più spesso “benessere” rispetto ai non lettori. La ricerca ha evidenziato anche che chi legge è più soddisfatto del modo in cui impiega il proprio tempo in generale, ed è anche l’attività più importante del proprio tempo libero. Una verifica sul campo di questi dati è semplice: basta iniziare a leggere un buon libro.
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