Il 21 ottobre 2010 Agnès viene informata dalla gendarmeria che Colette, la sua unica zia (Tatà, zietta in francese), è morta. La donna non crede alle sue orecchie: non è possibile, la zia Colette è morta tre anni prima…
In quanto parente più prossima tocca ad Agnès andare a riconoscere il cadavere, e non c’è dubbio, si tratta proprio di Colette. Ma allora chi c’è nella sua tomba? E perché per tre anni la zia ha fatto credere a tutti di essere morta? È l’inizio di un’indagine a ritroso nel tempo. Grazie a vecchi amici, testimonianze inaspettate e una misteriosa valigia di audiocassette, Agnès ricostruisce la storia di una famiglia, la sua, in cui il destino dei componenti è legato in maniera indissolubile a un circo degli orrori, all’unica sopravvissuta di una famiglia ebrea deportata e sterminata dai nazisti, alle vicende di un celebre pianista e a quelle di un assassino senza scrupoli, alle subdole manovre di un insospettabile pedofilo e al tifo sfegatato per la locale squadra di calcio, il FC Gueugnon.
Sulla scia di Cambiare l’acqua ai fiori e Tre, con Tatà (edizioni E/O) Valérie Perrin ci trascina in un intreccio di storie, personaggi e colpi di scena raccontati nel suo stile fatto di ironia, delicatezza e profondità. Il risultato è un romanzo raffinato, una conferma dell’abilità narrativa dell’autrice.
La citazione da Tatà di Valérie Perrin
«2010. Samuel Paty, Sumone Veil, Milos Forman ed Elisabetta II erano ancora in questo mondo, Barack Obama era presidente degli Stati Uniti e, quattro anni prima, Valdimir Putin aveva fatto assassinare Anna Politkovskaja. Il 2012 è stato dichiarato l’anno Francia-Russia. Non so cosa significhi.
I talebani non avevano ancora riconquistato il potere in Afghanistan.
Kathryn Bigelow è diventata la prima donna a vincere l’Oscar per la miglior regia comn il film The Hurt Locker.
(…) Il presidente della Francia era Nicolas Sarkozy.
TikTok non esisteva. Adele non cantava ancora Someone Like You né Clara Luciani cantava La Grenade.
(…) Il 2010 è l’anno in cui mia zia è morta per la seconda volta».