Per i più raffinati cultori delle due ruote domande come «qual è la moto ideale?» non hanno alcun senso. Perché nel mondo di oggi dove spadroneggiano le elettriche non basta più una moto. Le scelte giuste sono due, una per i tragitti brevi come il classico rally casa-ufficio e ritorno, l’altra per il tempo libero da interpretare come scoperta di nuovi Paesi e paesaggi. Ma come formare la coppia? Semplice, almeno sulla carta: per la città uno scooter elettrico, mentre per andare all’avventura fuori porta ci vuole un mezzo dotato di propulsore tradizionale per assicurarsi un’autonomia senza stress. Business People ha selezionato i binomi che garantiscono la patente di motociclisti dal palato fine, con un’indispensabile premessa: tra gli elettro-scooter sono state scartate a priori le cineserie a due ruote.
Bmw Ce 04 e Triumph Tiger 1200 Gt
Se vi piacciono i contrasti forti, analizzate l’accoppiata Bmw-Triumph. In cui la casa tedesca è molto ben rappresentata dalla Ce 04 e dai suoi accumulatori piazzati sul pianale per abbassare il baricentro e migliorare la manovrabilità nel traffico. Le batterie agli ioni di litio consentono un’autonomia massima di 130 chilometri e la ricarica rapida all’80% in poco meno di due ore. Se ci si attacca alla spina della wall box di casa i tempi si allungano fino a più di quattro ore. Le versioni sono due, con una dotazione, rispettivamente, di 15 kW pari a circa 20 cv, ma il picco arriva a 42, e 11 kW pari a 15 cavalli. La migliore è la prima, ça va sans dire, e va scelta con l’optional della modalità “sport” che consente di bruciare i semafori nel silenzio più assoluto. Per cavalcare la valchiria elettrica tedesca se si rottama un vecchio veicolo più inquinante ci vogliono 9.550 euro che diventano 10.550 se si può contare solo sull’aiuto dell’ecobonus.
Aggiungetene 19.300 e potrete iniziare una relazione con la Triumph Tiger 1200 Gt e il suo motore a tre cilindri accreditato dalla casa di una potenza di 150 cavalli. L’illusione di guidare una moto della vecchia scuola inglese, sia pure del tutto modernizzata, è perfetta anche se le linee di montaggio da qualche anno hanno un indirizzo thailandese, ma il succo resta quello delle due ruote che battevano come bandiera l’Union Jack sotto cui militano tuttora i progettisti. Nei forum riservati ai moto-maniaci, in realtà, viene consigliata la più costosa versione top di gamma Rally Explorer, ma è un fake-giudizio: meglio spendere i propri quattrini scorrendo la lunghissima lista degli optional (sono più di 50). Quelli irrinunciabili? Le borse laterali e il bauletto in alluminio e la sella riscaldata, ma addentrarsi in ulteriori consigli sarebbe un azzardo dato che ogni biker è diverso da tutti gli altri…
Vespa Elettrica e Moto Guzzi V100 Mandello
Proseguiamo con un’accoppiata rigorosamente made in Italy composta dalla Vespa Elettrica e dalla neonata Moto Guzzi V100 Mandello. La prima è prodotta negli stabilimenti Piaggio di Pontedera e in modalità Eco, con velocità limitata a 45 chilometri orari, promette un’autonomia massima di 100 chilometri, che diventano 70 se si vuole camminare un po’ più forte. Costa circa 7 mila euro, va scelta rigorosamente color Cromo e ha anche il vantaggio di piacere molto alle compagne, che cavalcandola si sentono subito delle Audrey Hepburn nel film Vacanze romane. Così mentre lei scorrazza per le vie dello shopping lui può godersi il privilegio di cavalcare la muscolosa bicilindrica a V da 1.042 centimetri cubi trainata da 115 cavalli. Il comfort è al top grazie al manubrio che cambia assetto a seconda che si voglia guidare con piglio sportivo o in totale relax e tra gli accessori non manca un set di valigie su misura per portarsi dietro tutto quello che serve per un weekend. Ma la vera chicca è il sistema di aerodinamica adattativa che gestisce la posizione dei deflettori collocati ai lati del serbatoio in base alla velocità, unito alla possibilità di scegliere tre differenti mappature per il motore e ben quattro livelli di traction control. Aggiungete le sospensioni attive et voilà, ecco una Guzzi pronta a correre sulle strade di oggi con tutto il carisma che le deriva da un passato glorioso.
Peugeot e-Ludix e Ducati Multistrada V4 S
E ora una proposta riservata per la parte elettrica a chi abita non lontano dal posto di lavoro e quindi potrebbe preferire risparmiare qualcosa al momento di acquistare lo scooter urbano, che in questo caso si concretizza nel Peugeot e-Ludix. L’autonomia è ridotta all’osso, 50 chilometri, ma lo è anche il prezzo (3.700 euro circa) mentre agilità e maneggevolezza sono assicurate da un peso contenuto entro gli 88 chilogrammi, 11 dei quali costituiti dalle batterie. Queste due ruote in salsa francese hanno anche il pregio di poter essere affidate ai ragazzi o alle ragazze di casa perché l’e-Ludix è equiparato ai ciclomotori dato che ha una velocità autolimitata a 45 chilometri orari. Detto che la ricarica all’80% si completa in quattro ore, è il momento di decidere come investire per il tempo libero ciò che si è risparmiato per lavoro e famiglia riuscendo nello stesso tempo a rifarsi la bocca nei weekend dopo cinque giorni passati insieme al Peugeot minimalista. La soluzione è il modello top di gamma della Ducati Multistrada, la V4 S, quotata suppergiù 23 mila euro. È un’enduro tutt’altro che estrema, fatto che si concretizza in un comfort di marcia di livello superiore anche sulle percorrenze medio-lunghe che si affrontano in scioltezza grazie a un motore V4 da 1.158 centimetri cubi che eroga una potenza di 170 cavalli, il più potente in assoluto nella categoria delle fuoristrada “soft”. Il fiore all’occhiello della moto italiana, che nel Risiko della globalizzazione ha finito per indossare la maglia della tedesca Audi, è l’elettronica che, tra l’altro, comprende i radar sia anteriore sia posteriore che gestiscono il cruise control adattivo. Se, poi, non avete esattamente il fisico di un giocatore della Nba potrete apprezzare la finezza rappresentata dalle sospensioni semi-attive che abbassano l’assetto della moto quando è ferma permettendo al fan delle due ruote formato small o medium di appoggiare in sicurezza i piedi per terra.
Yamaha Tmax e LiveWire (Harley Davidson)
Infine, una coppia riservata ai bastian contrari che vogliono a tutti i costi staccarsi dalle scelte che paiono più ovvie oppure, più semplicemente, sono pendolari a corto raggio e hanno bisogno di un mezzo che non sia strettamente cittadino per andare al lavoro: per loro uno scooter a benzina, la Yamaha Tmax (da 12.700 euro), e una grande viaggiatrice a batterie come la LiveWire, divisione elettrica di Harley Davidson. La due ruote giapponese monta un bicilindrico da 560 centimetri cubi per 48 cavalli e un cruscotto con schermo a colori che si connette agli smartphone tramite bluetooth, Wi-Fi o con la porta Usb piazzata nel vano portaoggetti anteriore. E se al sabato mattina la coscienza ecologica solleva qualche protesta via libera alla elettro-Harley e ai suoi 105 cavalli di potenza a emissioni zero che le consentono di accelerare da zero a 100 in tre secondi. L’autonomia dichiarata di 235 chilometri non deve trarre in inganno, è quella cittadina, ma comunque se ne fanno almeno 140 a patto di non insistere troppo con la manetta. Solo a titolo di curiosità, la velocità massima teorica è di 177 all’ora. Perché aggiungere le multe ai 34 mila euro necessari per mettersi in garage questa fuoriclasse?
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