Un lusso in ogni sorso. Questa è la promessa di Perseo&Medusa, l’etichetta esclusiva prodotta in appena 600 bottiglie sull‘isola del Giglio. Dimenticato il dramma della Costa Concordia, l’isola regala questo gioiello dai vigneti Ansonica coltivati sulle sue colline. Si tratta di un autentico investimento, dato che la bottiglia numero 3 della prima vendemmia 2014 è stata aggiudicata all’asta per 330 mila euro a un compratore di Shanghai. All’incanto, tenuto sull’isola, hanno partecipato 600 wine club collegati in streaming da tutto il mondo, compresi Hong Kong, New Delhi, Honolulu, Miami, Dubai. Si tratta del vino più costoso mai prodotto nel nostro Paese.
Il progetto è nato dalla mente di Pier Paolo Giglioni, imprenditore di Montepulciano (Siena) attivo nel mercato immobiliare verso gli stranieri nella Valdorcia. Per valorizzare i terreni unici dell’isola e le tradizioni vitivinicole, ha deciso di dedicare al progetto una ventina di ettari. «Quella del Giglio è una viticoltura eroica», spiega Giglioni al Sole 24 ore. «Visto che ai vigneti non si può accedere con mezzi meccanici e che tutto il processo di cura della vigna e di raccolta delle uve è fatto a mano. Ed è una produzione che non si può incrementare, vista la morfologia dell’isola. Per queste caratteristiche di unicità e irriproducibilità ho deciso di avvicinare le emozioni che suscita questo vino alla finanza».
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Metà della produzione sarà collocata in un fondo di investimento (Jp Morgan o Morgan Stanley sono i gestori con cui sta dialogando), mentre l’altra metà finirà sul mercato privato. Ad aggiudicarsene un assaggio sono stati finora un ingegnere romano e un avvocato spagnolo.
Il vino – Ansonica in purezza passato in acciaio e affinato 24 mesi in bottiglia, con tappo in materiale ecologico senza impronta di carbonio – è unico anche per il packaging: viene venduto in una valigetta che contiene due bottiglie, una da collezione e una da bere arricchita da un bracciale da bicipite fatto a mano.
«Questo progetto è in linea col nostro obiettivo di far rivivere il territorio e di renderlo sempre più bello», racconta il sindaco dell’Isola del Giglio, Sergio Ortelli (il Comune ha ricevuto in dono la bottiglia numero 1). «Ad aiutare Giglioni nel progetto sono Giovanni e Simone Rossi dell’azienda vinicola gigliese “La Fontuccia”, che dal 2009 produce il bianco più conosciuto sull’isola, il “Senti oh”, 7 mila bottiglie per il 10% all’export provenienti da due ettari di vigneto Ansonica». Per restituire in parte quanto ricevuto dal territorio, il 10% del fatturato andrà in una fondazione diretta a tutelare la cultura e le tradizioni dell’isola.
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