Sognare a 250 all’ora

In barba al commercialista che vi suggerisce di mettervi al volante di un’auto di basso profilo, vi proponiamo queste supercar: Alfa Romeo Disco Volante, Aston Martin Mirage Volante, Ferrari F12, Mercedes Sl 63 Amg e Porsche 911 Carrera S Cabriolet. Vi faranno dimenticare qualsiasi brutto pensiero, persino il redditometro

Se poteste permettervi di avere in salotto un quadro del Canaletto vi vergognereste? Naturalmente no, se i denari necessari per aggiudicarsi quella preziosa tela sono frutto del vostro lavoro, magari strapagato ma fiscalmente legittimo fino all’ultima frazione di euro. Ma per chi si può permettere una Gioconda a quattro ruote la situazione è diversa: l’occhio sociale oggi tende a confondere i concetti di evasione e possesso di una supercar. Al punto che la Mercedes ha realizzato una campagna pubblicitaria che presentando uno dei gioielli della stella a tre punte dice in modo provocatorio: «Il tuo commercialista te la sconsiglia? Fagliela provare…». Insomma: è iniziata la rivolta degli abbienti onesti, che mal digeriscono le occhiatacce di chi una volta riservava solo sguardi di ammirazione ai capolavori dell’automobilismo mondiale.E poi c’è il popolo dei sognatori, composto da appassionati che per coronare i loro sogni possono sperare solo nel Superenalotto. In fondo sognare non costa nulla, e non ci sono aliquote sui deliri onirici di chi ama i motori con smisurata passione. E allora ecco le cinque stelle più luminose del firmamento automobilistico, auto che fanno scattare in automatico la paletta dei Finanzieri, ma che offrono a chi ha il privilegio di possederle emozioni senza pari. Non è dunque per caso che la prima segnalazione la meriti la Disco Volante 2012, realizzata dalla Carrozzeria Touring per rendere omaggio al passato con la replica di una magia perfettamente riuscita 60 anni fa.

DI UN ALTRO PIANETALa formula è semplice: si prende un’Alfa Romeo 8C Competizione, la si riduce al nudo telaio in fibra di carbonio e al motore 8 cilindri a V con compressore volumetrico, e si ricopre il tutto con una carrozzeria fatta a mano nell’atelier milanese di Touring che pesa come una piuma. Il risultato è una vettura da 450 cavalli e 292 chilometri orari, vestita con un abito in alluminio come non se ne vedono da anni, un inno alla voglia di emergere dalla folla delle vetture “normali”. Certo, togliersi questa voglia costa. Per prima cosa si deve comprare una 8C Competizione sapendo che è destinata allo smantellamento, poi aspettare almeno otto mesi, a patto di essere raccomandati al punto da entrare nel novero dei non più di dieci fortunati che avranno il diritto di guidare un Disco Volante. E il prezzo? Suvvia, stiamo sognando, che cosa sono 450 mila euro quando la testa è sul cuscino e la mente vola lontana tra le braccia di Morfeo?

OLTRE L’ECCELLENZA ASSOLUTAE se un Disco Volante è un po’ troppo anticonvenzionale per i vostri gusti ecco la Ferrari. Ma non una Ferrari qualsiasi: la F12 Berlinetta, ovvero la vettura del Cavallino più potente mai costruita. Il suo modernissimo V12 di 6,3 litri di cilindrata eroga 740 cavalli, una cifra che Luca di Montezemolo, uno che di macchine ultrapotenti ne ha viste tante, definisce in modo lapidario «stellare». In effetti, 118 cavalli/litro, una coppia di 690 Nm e un rapporto tra peso e potenza di 2,1 cavalli per chilogrammo sono un nuovo limite fissato dagli ingegneri di Maranello per chi non si accontenta neppure dell’eccellenza assoluta. La F12berlinetta è quotata 272 mila euro, prezzo tutto sommato equo per posare il didietro su un’auto con un coefficiente di penetrazione aerodinamica di 0,29 e che a 200 all’ora viene incollata alla strada da un carico verticale dell’aria pari a 123 chilogrammi. Poi ci sono il cambio a sette rapporti da gestire con le leve al volante, una doppia frizione, l’equilibrio perfetto fra trazione posteriore e motore anteriore, l’accelerazione da zero a 100 all’ora nel soffio di 3,1 secondi… Qui per sognare come si deve occorre aspettare il sonno Rem, quello in cui la fantasia si scatena davvero e anche le situazioni più estreme sembrano tanto reali da lasciare, al risveglio, l’amaro in bocca.

UN CLASSICO CON LA C MAIUSCOLACosì, stabilito che la berlinetta che arriva dall’Emilia resterà, salvo clamorosi colpi di scena, un frutto proibito, si può compiere un’analisi dei propri investimenti e fare un pensierino sulla Porsche 911 Carrera S Cabriolet. Al fixing dei desideri, con cambio Pdk e kit Sport Chrono, è quotata 125 mila euro e rappresenta la settima generazione della sportiva che non invecchia mai. L’ultimo lifting prevede una scocca in alluminio invece che in acciaio per risparmiare una quarantina di chilogrammi, mentre il propulsore sei cilindri di 3,8 litri di cilindrata eroga 400 cavalli a 7.400 giri. Nella classica sfida da zero a 100 la scoperta di casa Porsche ferma i cronometri dopo 4,1 secondi, mentre la velocità massima è di 302 chilometri orari. Rispetto alla Ferrari e ancor più all’anticonvenzionale Disco Volante la 911, ha il vantaggio di fare ormai parte del panorama delle nostre strade. Ciò significa, in concreto, che nel vederla passare i tutori dell’ordine fiscale non si eccitano più di tanto, non fanno scattare la paletta in un riflesso condizionato e, se proprio la fermano, non ci vuole molto per giustificarne il possesso, basta un reddito da sottosegretario qualunque.

E Porsche si inventa l’adesivo per i non evasori

SENTIRSI JAMES BONDDiverso è il discorso che riguarda la quarta auto da sogno, la roadster Aston Martin Virage Volante. Il prezzo non è da Paperoni assoluti, si parla di 211.800 euro, una quotazione che nel mondo dei sogni sembra quasi popolare. Ma quel dannato James Bond ha dato alle vetture inglesi un’aura di esclusività che, purtroppo, resta ancora stampata in testa ad appuntati, marescialli e altri esattori assortiti.Prima di entrare dal concessionario impugnando il libretto degli assegni è quindi d’obbligo un esame di coscienza: se ogni entrata è legittima e dimostrabile oltre ogni ragionevole dubbio, ci si assicurano i servigi di una vettura dal design ultraclassico curata in ogni dettaglio con una cura maniacale e spinta da un motore di 6 mila centimetri cubi a benzina a 12 cilindri. Tutto molto british, dalla punta dei fari al terminale di scarico, con prestazioni muscolari che, in estrema sintesi, si traducono in 497 cavalli di potenza e 570 Nm di coppia massima. Certo, mettere alla frusta questa roadster e farle raggiungere i 300 all’ora, che rappresentano il suo potenziale, è roba d’altri tempi, un sogno, appunto. Ma vuoi mettere la soddisfazione di poter rispondere al bar o in ufficio alla fatidica domanda «quanto fa?» con un rotondissimo «i trecento!»?

LA REGINA TEUTONICASe, poi, la purosangue che arriva dalla terra d’Albione finisce per trotterellare ai fatidici 130 è un altro discorso. Un discorso un po’ triste, perché mettere le pastoie ai cavalli di razza non è certo l’ideale per chi ama ancora il ruggito di un motore dalle performance oversize. Così, tanto vale farsi vedere senza false modestie dal popolo dei «vorrei ma non posso» al volante di un’altra scoperta, la Mercedes Sl 63 Amg. Il prezziario, maniacalmente preciso, dice che in Italia costa «a partire da 162.747 euro». La freccia d’argento (vietato comprarla di qualsiasi altro colore, sarebbe un delitto di lesa maestà) ha 537 cavalli, che diventano 564 se si sceglie il Performance package, e si autolimita a 250 o 300 all’ora, con un pizzico di teutonica ipocrisia. Sulla testata di ogni esemplare c’è la firma dell’artista della meccanica che ha lavorato sul motore, un capolavoro che, grazie all’utilizzo di materiali innovativi, pesa poco più di 200 chilogrammi. Rassegnatevi, quella firma forse non la vedrete mai. Ma fate finta che l’artista in questione si chiami Fritz e spegnete la luce. Nel sogno vi scolerete insieme tante birre…

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