Speciale Salone Nautico di Genova, i trend e le novità dell’anno

La cantieristica tricolore è in fase di stallo, soprattutto a causa della cattiva gestione politica di uno dei settori più blasonati del made in Italy. Ma i gruppi storici così come i newcomer non si arrendono, e tra Cannes, Monaco e Genova continuano a presentare nuovi modelli. A conti fatti (ovvero se potete permetterveli), c’è solo l’imbarazzo della scelta

Eco o velocissimo, di classe o super tecnologico: alla vigilia del Salone Nautico di Genova (2-6 ottobre), Business People vi presenta i trend e le novità presentati a Cannes e Montecarlo e che vedremo al Salone ligure. Nonostante sia un periodo difficile per il settore, l’Italia continua a costruire super barche. Succede nei cantieri Azimut-Benetti, uno fra i maggiori gruppi e tra i più tecnologici, si progetta puntando al top da Perini Navi, storico costruttore di grandi barche da sogno per i più importanti personaggi nel mondo, e in Fincantieri Yacht, nata da pochi anni e già leader del mercato grazie alla costruzione di un gigayacht di 134 metri. E fra i nomi blasonati della nautica anche Sanlorenzo e Baglietto, acquisita di recente dall’imprenditore Beniamino Gavio. Poi ancora Ferretti, Isa e tanti altri. «La cantieristica italiana e, più in generale tutto l’indotto nautico, è in una fase di stallo, determinata principalmente dalla discutibile gestione politica che, da diversi anni, non giova al mercato, sia del nuovo, sia dell’usato» spiega a Business People l’architetto Paolo Ferrari, titolare dello studio Ferrari Yacht Design insieme al fratello Mario, esperto in progettazione di imbarcazioni a vela e motore e docente di Disegno industriale presso l’ex Facoltà di Architettura dell’università di Trieste. «La recente imposizione, da parte dell’ex go­verno Monti, della tassa sullo staziona­mento delle imbarcazioni ha provoca­to una crescente preoccupazione nei proprietari, la maggior parte dei quali ha preferito portare all’estero le proprie imbarcazioni e ormeggiarle presso ma­rine dei Paesi vicini, ancor prima che il decreto diventasse legge, trasformando­si poi in tassa sul possesso. Nonostante la recente correzione del governo Let­ta, con la quale la tassa è stata abolita per barche fino a 10 metri e dimezzata per barche fino a 20 metri, è evidente che i potenziali armatori di nuove im­barcazioni poco si fidino di fare acqui­sti importanti in un contesto di tale incertezza». Eppure si costruiscono barche sempre più grandi, basti ricordare lo yacht Az­zam, di 180 metri, sceso in acqua lo scorso luglio. «La crisi ha colpito mag­giormente la classe media», continua Ferrari, «mentre i ricchi ne han­no risentito solo in parte. Oggi non si vendono molte barche tra i 12 e i 20 metri, dimensioni nelle quali eravamo leader fino a pochi anni fa. Al contra­rio, il business si è spostato sui natan­ti fino a 8-10 metri, oppure all’estremo opposto, verso le navi oltre i 24 metri». E così anche noi italiani, dopo esse­re stati per diversi anni primi produtto­ri al mondo per imbarcazioni di media grandezza, oggi siamo leader nella co­struzione di megayacht. «Uomini d’af­fari, capi di Stato e nomi famosi del­la finanza mondiale», conferma l’archi­tetto, «vengono in Italia a farsi costruire la barca dei propri sogni, perché siamo ancora i migliori nella cura dei dettagli, nella manifattura e nella scelta qualita­tiva dei materiali». Cosa ci attende per il futuro? Resteremo leader industriali nel settore? A giudica­re dalle novità che i cantieri stanno per presentare ai prossimi saloni, le pre­messe per un futuro in positivo ci sono tutte. Ecco in anteprima cosa vedremo in mare nei prossimi mesi.

GREEN. Fra gli “eco Yacht” due eccellenze: l’imbarcazione a vela Vismara 50 Hybrid, un 16 metri dotato di batterie al litio, invece che al piombo, e di un sistema “power re­generation” per l’autonomia energeti­ca, che sfrutta il trascinamento del mo­tore elettrico durante la navigazione a motore e quello dell’elica per quello a vela. Si tratta di una barca da crociera-regata, realizzata dal cantiere Visma­ra di Viareggio, da molti anni all’avan­guardia per la propria filosofia proget­tuale, sia per yacht a vela, sia a moto­re. Poi il di Wider 150’ di Tilli Antonel­li, un progetto rivoluzionario in termi­ni di energy saving grazie al sistema a propulsione diesel ed elettrico realiz­zato in collaborazione esclusiva con Siemens, che dalle navi commerciali approda per la prima volta con Wider sul mercato dei maxi yacht. È un siste­ma modulare: con i soli motori elettri­ci alimentati dalle batterie si raggiun­gono circa otto ore di autonomia, con tutte le utenze di bordo in funzione, e 50 miglia di percorrenza. Inseren­do invece il diesel e alimentando così i motori elettrici si ottengono altre tre diverse velocità e relative autonomie.

PRESTAZIONI. Quando si par­la di velocità chi acquista uno yacht a motore lo sa bene: nessuna concessio­ne a ecologia e risparmio. Sono le re­gole del gioco. In campo, fra i migliori, un modello di imbarcazione nato dal­la caparbietà di un imprenditore italia­no, Carmelo Zocco, che ha dato vita al Revolver 42 (foto in apertura). Barca dalle forme slan­ciatissime e dal colore tipico di un’au­to sportiva, può raggiungere i 68 nodi (140 km/h) se motorizzata con propul­sori a benzina, oppure i 54 nodi (110 km/h) con propulsori diesel. Tutto ciò con un design davvero accattivante e con interni inaspettatamente conforte­voli, viste le dimensioni limitate del­l’imbarcazione, appena 12,80 metri. L’ultimo gioiello del Gruppo Ferretti, tra i principali produttori mondiali di high performance open motor yacht, è inve­ce il Pershing 62′, in anteprima a Can­nes e Genova, un 19 metri capace di raggiungere i 46,5 nodi di velocità.

LUXURY. Al vertice della catego­ria due imbarcazioni: lo Stella Maris di Viareggio Super Yacht, un 72 metri progettato da Laurent Giles ed Espen Oeino per quanto riguarda lo scafo e la sovrastruttura, e dall’architetto Mi­chela Reverberi per quel che riguar­da invece gli interni. È la prima nave ad avere una piattaforma che consen­te l’atterraggio di elicotteri certificata per uso diportistico. Poi un piccolo capolavoro di made in Italy: il Ferretti 960, nuova ammira­glia della casa, 29 metri di lunghez­za, cinque cabine, la più grande im­barcazione planante mai realizzata dal marchio italiano nei suoi oltre 40 anni di storia, con a bordo alcuni fra i più prestigiosi marchi del design, da Poltrona Frau a Bonaldo, ErnestoMe­da e Bianchi & Fontana. Lusso a vela: tutto da sognare il 50 me­tri Better Place realizzato da Wally Yachts, cantiere di Luca Bassani che fin dalla nascita ha saputo innovare in ter­mini di progettazione, stile, immagine, più di chiunque altro.

COLLETTI BIANCHI CON LA PASSIONE PER IL GRANDE BLU

HI TECH. Nella fascia Hi Tech la novità del momento si chiama Ada­stra, un trimarano da 15 milioni di dol­lari, disegnato da John Shuttleworth in modo da ridurre al minimo i consumi. Si tratta di un progetto avveniristico, ex­tralusso e ipertecnologico, lungo cir­ca 42 metri, largo 16 e pesante solo 52 tonnellate. L’innovazione non si limi­ta solo ai materiali costruttivi e alle per­formance motoristiche: la particolari­tà di questo yacht sta infatti nella possi­bilità di timonarlo in remoto, attraverso un tablet, quasi come se si trattasse di un simulatore. Tecnologia quasi extraterrestre invece per l’Ab 140, ammiraglia di AB Yacht, costruita con le tecniche importate dai settori più tesi all’innovazione, come per l’appunto quello aerospaziale.

DESIGN. Si fa notare fin dal primo sguardo il Monokini di Baglietto, con le sue linee esterne firmate da Fran­cesco Paszkowski Design. All’interno, ispirato al mondo dell’aviazione e pro­gettato da Alberto Mancini, alcuni det­tagli al top, come l’illuminazione, la domotica e tutti gli impianti video e stereo firmati Bang & Olufsen sono re­golabili con un mini iPad per creare scenari e atmosfere diverse. Il secondo esempio assoluto di design è a firma Pershing 62′ e si tratta dell’innovativa porta scorrevole che se­para salone e pozzetto: scomparen­do verso il basso permette di unire pozzetto e salone in un unico spazio aperto che va dalla zona di comando al prendisole di poppa, aprendo sce­nari prima impensabili.

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